venerdì 6 aprile 2007

Isolarsi

E' distante, adesso... L'ombra affievolita della persona con una discreta vita sociale di un tempo, le vecchie amicizie lasciate morire per mancanza d'interesse...La passività come stile di vita...
Si racchiude nel suo piccolo mondo cerebrale, tralasciando di mantenere contatti (apparte i minimi con le persone più intime....) con il mondo esterno, preferendo la muta meditazione ai ben più allegri pomeriggi in compagnia... L'ennesima canna stretta tra le dita manda strani scoppiettii d'erba bruciata, mentre il panorama all'interno del suo cervello diventa man mano più roseo...
Con tacita rassegnazione stacca il telefono, spegne le luci, mette su un po' di musica rilassante e sbatte la porta in faccia a tutto quello che sta fuori quelle quattro mura...
Lui non prova alcun risentimento verso nessuno al mondo, non si isola per una scelta definita o per una specie di ripicca contro la società, è solo che si ritrova in questa situazione per la sua indole passiva...
Si siede al buio e si sofferma a pensare a tutte quelle persone, un tempo a lui care, delle quali adesso non ricorda più neanche bene le facce...Tutte quelle persone che un tempo furono compagne di avventura, persone con le quali aveva vissuto periodi che adesso ristagnano nella sua ormai danneggiata memoria...Senso di nostalgia...
Con la faccia persa pensa, anzi sa, che in un modo o nell'altro li ritroverà tutti, e tutto tornerà ad essere come prima...E nella sua psiche alterata si staglia imponente un immenso sorriso, ma la faccia rimane impassibilmente persa...

Simo

(dopo un attenta rilettura mi sono accorto di aver scritto un immane cagata, ma ormai la fatica di scriverla l'ho fatta, quindi ve la sorbirete...)

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

mi manchi tanto..

2:08 PM  
Anonymous Anonimo said...

mmm... tutti questi anonimi confondono abbastanza...

2:29 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ho licenziato Dio
gettato via un amore
per costruirmi il vuoto
nell'anima e nel cuore.

Le parole che dico
non han più forma né accento
si trasformano i suoni
in un sordo lamento.

Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Chi mi riparlerà
di domani luminosi
dove i muti canteranno
e taceranno i noiosi

quando riascolterò
il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi
che la sera raccoglie.

Io che non vedo più
che folletti di vetro
che mi spiano davanti
che mi ridono dietro.

Come potrò dire la mia madre che ho paura?

Perché non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni già usati
per queste ed altre sere.

E chi, chi sarà mai
il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore.

E soprattutto chi
e perché mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Quando scadrà l'affitto
di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio
come una buona nota.

Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.

Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell'infinito.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria.

5:49 PM  

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