martedì 27 luglio 2021

Ciao, mi ero quasi dimenticato che esistesse ancora questo posto. Ne ho controllati altri online, che non esistono più. Mi sento in un oscurità. Fa piacere sapere che questo posto esiste ancora. Questo è un posto dell'oscurità, almeno per me, adesso. Mi rasserena guardare l'editor di testo. Scrivere con questa tasetiera esterna così da essere sicuro di scrivere bene le lettere in italiano. Questa tasetiera della apple, coi tasti bianchi e il piano in metallo, me la comperarono a lavoro quando facevo il web designer, secondo i miei calcoli nel 2008. Anche che sia così vecchia, e che abbia stasera ritrovato una funzione, mi rasserena. Un percorso che continua, ed è bello vederne qualche briciola che è rimasta con me. Feci il web designer per meno di un anno, il secondo anno di unversità, e mi comperarono la tastiera perchè quella del mio computer si ruppe. In questi giorni tra l'altro ho ripreso in mano i rimasugli di quelle competenze per riscrivermi il sito internet. Sono mancato per un lungo periodo e non avrei mai pensato di tornare, ma ci sono. Ora (da ormai diversi anni in realtà, ho un computer con tastiera inglese, senza giusti accenti, e nelle e-mail gli accenti li aggiungo dopo, cosi', ma su questo blog ci tengo invece a scrivere così. Ormai non scrivo mai. Disegno e penso, se poi esprimo dei concetti, è parlando da solo, o con poche righe coincise. Sono sempre qua, dopo tanto tempo, e non ne sono manco stupito. Sempre uguale ma cambiato, perchè si va avanti, e si aggiunge sempre un pezzo, si smussa, si aggiunge, ma mi riconosco. Questo periodo è un pò cupo, infatti sono qua. Non è stata facile in questi anni. Purtroppo ci ho messo molto più del previsto, nonostante il lavoro ininterrotto, ad arrivare dove avrei voluto, e manco ci sono ancora, manco ci vivo, però vedo la fine del tunnel. Nonostante le numerose disfatte, le numerose cadute, non mi sono mai tornato. Quello che ha gettato ancora ombra è una cosa diversa. Più importante se sono qua. Però sono cambiato in questo senso, ora anche all'ombra, anche nel buio, cammino, senza troppa paura. L'importante è saper camminare, penso.

venerdì 22 dicembre 2017

Hanno cambiato il modo di accedere, stanno cercando di fregarmi. Ormai ho il check dello spelling in inglese e non so come cambiarlo, quindi mi dispiace, ma eventuali errori di battitura resteranno. Un amico porta una buona buona bottiglia di rosso ripasso per pranzo. Non ci vedevamo da mesi e mesi, viviamo in due stati diversi. Ottimo vino. Cianciamo di cazzate, mangiamo, poi me ne vado a pulire il mio nuovo studio. Dopo un ora circa mi accorgo che non so che sto facendo. Dove metto le cose?...Come lo organizzo? Prendo le dimensioni e torno a casa a lavorare sulla piantina del posto. Poi esco, vado al carrefour, compro un chianti classico riserva da 12 euro, sperando di non scendere in qualità di vino, ma scendo. Cazzo se scendo... cazzzzzzooooo...!!! Quei 5-8 euro euro in piu' han fatto la differenza, cazzoooo!!! Penso che il 2018 sarà l'anno dei soldi. Ci penso e ci ripenso cosi' mi si stampa in testa. 2018 anno dei soldi. passo e chiudo.

giovedì 20 luglio 2017

logica

E' giunto il momento di curare questo umore. Il rimedio web mi sembra il piu' immediato, niente rotture di coglioni con medici, tempi di attesa, l'idea di prendere delle medicine o che mi abbiano diagnosticato realmente qualche malattia mentale. Meglio non sapere. Mi informo su questa cosa delle microdosi di lsd da prendere quotidianamente, sembra un ottima soluzione, ma anche li, dark web, effetti collaterali possibili... e la possibilita' di sforare poi le dosi consigliate una volta che ci si prende gusto... uguale per la ketamina, che cura si la depressione, ma tirare su cose dal naso mi da troppo soddisfazione per attenermi a un sano uso moderato da tossico diligente. La soluzione sarebbe quasi sicuramente un paio di iniezioni di nad+ al mese, ma qui 1500pound non rientrano nel mio budget mensile... Eccomi quindi a fare la spesa di pasticchette legali su internet. In teoria prendendo 2 volta al giorno queste 4 pasticche diverse, una di un altra in due metà e un paio di bustine sciolte nell'acqua di un altra cosa dovrei esserci. Speriamo solo che lo zelo di combinare tutte ste cagate insieme funzioni... non credo un cazzo nelle cose che hanno effetti dopo lunghi tempi di utilizzo e confido nel mio istinto di mixare che una cosa potenzi l'altra... Vediamola cosi: male che vada ho buttato via i cash per una serata a bere e pippare, che comunque avrebbe abbassato la mia serotonina...

sabato 31 dicembre 2016

Telefono a Bram che dice ha preparato tutto, di investire in una buona bottiglia di bollicine e bon. Rientro in ufficio, il mio nuovo ufficio in condivisione. Saluto il proprietario e da come si rivolge a me, quasi paterno, un pò non capisco, un pò penso che si respira il fatto che ho una paura fottuta. Paura di cosa? Paura di fallire. Paura della vita. Fallire in quello che voglio fare ed avere il rimpianto di aver rovinato quello che era la mia vita fino ad ora per farlo. Perchè alla fine la sfida l'ho accettata e sarebbe stato piu' facile aspettare nel letto senza fare niente, in dormiveglia sotto le coperte, ma dopo come mi sarei sentito? Una merda. A lavorare dipendente invece dimostravo una certa sicurezza, pensavo che avrei spaccato il culo a tutti se fossi stato indipendente, ma quella sicurezza veniva dal fatto di essere sicuro di essere sprecato come dipendente, perchè riuscivo anche uccidendomi a fare l'impossibile per il bene del lavoro. La sicurezza mi crea lo stesso sentimento dello starmene nel letto. E ora vediamo se ce la faccio, a fare quello che volevo, a campare e camparmi da solo. Saluto e faccio gli auguri, sentendomi un pò una merda e un pò sbagliato perchè lui deve aver annusato la paura con cui convivo tutti i cazzo di giorni, questa paura di fallire, di non sapere bene che cazzo fare per fare quello che voglio fare, perchè lo scoglio è davvero difficile da superare questa volta. Questo mi da' energia, ma talvolta mi paralizza, e non faccio niente. Errore madornale, poi mi sento una merda. Tutto il tempo che ho perso. Devo lavorare giorno e notte, giorno e notte... seno qua va tutto a puttane. E devo chiarirmi le idee di continuo, essere sempre piu' sicuro su tutto. Piu' sicuro su tutto. Un pensiero va a lei, che qualche anno fa comprammo una magnum di spumante scontata facendo un figurone. Non posso negare che mi manca. C'è questa signora anziana dentro questo negozio dall'insegna "Vino sfuso e birra artigianale" I prezzi sono ok per me(anche se scoprirò poi che sono alti) ma la magnum costa troppo. Vado avanti all'enoteca segnata da google maps dove stavo andando. E' un posto palesemente ricercato e potenzialmente carissimo, si suona un campanello per entrare ma un tizio con bambino è alla porta, entro e saluto tutti, vado in fondo a vedere gli spumanti. Scorgo un etichetta di uno champagne da 200euro. Controllo i prezzi dei vari spumanti, 16.50 il piu' cheap ma mi sembra una merda, vorrei orientarmi su uno verso i 24. Un signore accanto a me scruta le bottiglie attentamente e vede che io faccio lo stesso, ci scambiamo un gran sorriso, poi mi fa "Basta che non prendiamo la stessa bottiglia" e io gli rispondo: "In realtà non so niente di spumanti, qualche consiglio?", "Guarda, qua sono tutti buoni, solo che quelli che conosco non li trovo". Poi ne prende uno "Ecco, me la sono cavata". Io continuo a guardare bottiglie, non conosco proprio le tipologie di viti degli spumanti, cazzo! Ormai sono dentro da un pò e il venditore forse proprietario finisce di parlare con un cliente e mi vede. "Oh, scusami, mi ero dimenticato, posso far pagare lui e arrivo!" "Certamente" Ecco perchè cazzo si va in enoteca e non al supermarket cazzo. Arriva e mi fa:"Mi piacciono un sacco i tuoi capelli" sorrido e gli dico subito "Guarda, non so proprio niente di spumanti" e lui mi fa "Bene, allora stasera impariamo qualcosa", gli sorrido ancora che già mi piace il tipo. "Non volevo spendere troppo, sui venti euro" "Ah, però..." "Quindi dici che posso stare piu' basso" "Si, guarda, puoi stare anche piu' tranquillo" Esce che non è per una cena galante di capodanno ma per una festa di amici in cui probabilmente nessuno si accorgerà se è buono o meno. Allora gli dico"Ok, però non darmi una merda eh!" "No, guarda, questo è un buono spumante, è come quest'altro che fa parte dei vini estremi, che vuole dire che vengono da vitigni coltivati ad una quota dove non arrivano le macchine, quindi è raccolto tutto a mano, poi la bottiglia è figa e fai un figurone, spendi 12euro, risparmi un pò e ti prendi un spritz piu' tardi, quando poi vai a cena con una ragazza ci spendi di più" Tira fuori questa bottiglia che ha una finitura superficiale molto figa: tutta coperta da linee a spirale dalla base verso il tappo, vedendola mi convince subito. Esce che io sono di Firenze, che magari so qualcosa di rossi e che lui ha chiesto a sua moglie di sposarsi da Sabatini. Penso che anche se mi avesse venduto un vino di merda e avesse fatto tutto questo per marketing (e che sia per marketing io lo do sempre per scontato), da lui vorrei tornarci, mi piace questo rapporto personale nei negozi, poi penso alla frase di quella canzone di De Andrè, di quello che chiede al mercante di liquori lui cosa si compra di migliore. Anche se nella mia mente bacata ho paura che il tipo abbia pensato che sono un poveraccio (che cazzo mi passa ormai nel cervello) e che forse anche lui ha notato una mia insicurezza. Sentirsi una merda è ormai all'ordine del giorno, come quando il tipo di blablacar ha lasciato un ottima recensione su di me, ho pensato che doveva essere falsa perchè il tipo deve essere uno gentile. Così finisce quest'anno. Un anno iniziato con tante sicurezze. Con un me tronfio di me, che pensava in grande. E finisce con un me impaurito, che spera di autosalvarsi non sa come, e sa che a questo giro se va bene avrà fatto le cose in grande , non solo pensate, fatto, ma per una qualche stupida legge della mente, non riesco a dargli importanza a questa variabile e non riesco ad essere sicuro che tutto stia andando bene ; l'unica cosa che riesco a pensare è: speriamo di non spaccarmi troppo stasera, che domani voglio lavorare. A casa verso l'ultimo bicchiere che rimane da una bottiglia di chianti e mi viene questa strana voglia di scrivere qui. Apro il sito e leggo"I reduci della band inutile" mi scappa un sorriso per la parola "reduci" e perchè è vero che siamo i reduci di quello. Chissà se un pò di utilità riuscirò ad averla, almeno per me stesso. Non posso pensarci troppo perchè devo solo fare, fare fare!!! Una doccia e vediamo che propone sta serata, via, che quest'anno è stato una transizione un pò del cazzo, che si è chiusa con tutte le malinconie di diversi periodi della mia vita di cui mi sono reso conto della fine di tutti quanti in un sol botto; è un anno così, dove ci sono io, perso, è bene che finisca in fretta. Ecco, è quasi finito.

martedì 8 marzo 2016

I postumi

Guardo indietro e mi sembra che la poesia abbia smesso di accompagnarmi da svariati anni. Ogni volta ho quest'idea di riportare le cose com' erano prima, di vivere quell'emozione ed entusiamo di essere vivo. Non accade. Mi rendo conto di fare una vita di terza scelta, dove il compromesso mi ha compromesso. Ho pensato di essere talmente forte da poterla mettere in un angolo, per riprenderla una volta guadagnato il diritto di essere parte rilevante di questa società. Non ci sono piu quelle sensazioni speciali, tutto ormai si è fatto arido ed è classificabile. Quando la magia viene a mancare, l'unica cosa che si può volere è la qualità prima. La parola "Speciale" identifica un sistema aperto, con differenti alternative di specie, entusiasmante nella sua diversità. La parola "Qualità" invece rappresenta un sistema lineare, dove si va da un valore minimo ad un valore massimo. Mi sembra, ormai spesso, di vivere fuori dal contesto.

una bozza pubblicata a un anno e mezzo di distanza

A lavoro colleghi non ce ne sono e il mio capo e' in ritardo, causa doposbronza catatonico. Io ho il mio modesto doposbronza. La voglia di lavorare e' pari a quella di restare sveglio:0. Insabbio i miei progetti, arriva un messaggio retorico da un amico/compagno di lavoro: tutto sta andando a puttane. Lo chiamo per dirgi che si, tutto sta andando a puttane, ma non risponde. Ieri finisco in un byron di merda a mangiare un hamburger. Litigo con la mia ragazza, mi lascia, poi non vuole piu' lasciarmi. Poche ora prima il mio capo che mi spiega come la compagnia sta crescendo ed io che sto avendo un ruole di un certo rilievo. Giusto un giorno prima sto cercando su internet case in affitto, spazi in affitto, un qualcosa per iniziare a fare i miei progetti personali, ma nulla. Tutto troppo caro. Un capo che crede me, una ragazza che vuole farmi fare una vita normale, e poi ci sono io, sempre a un passo da mandare tutto in culo,

martedì 10 dicembre 2013

Maturità endovenosa

E arrivò infine il momento della laurea. Procrastinata, incubata, rimandata per mesi. Una specie di parto lungo sei anni. Il cui neonato sarà un pezzo di carta, di poco diverso da quello con cui ti pulisci il culo. Cambia giusto la grana della carta, e qualche ghiri-goro in più. Oltre al mio nome stampigliato sopra. Ma l'utilizzo, bene o male, rimane lo stesso. Giusto a livello di soddisfazione personale può apportare qualcosa. L'inconcludente per antonomasia riesce a concludere qualcosa. Miracolo! Squilli di trombe e puttini in festa con drappi candidi. E una vagonata d'alcool. Spero in un cambiamento mentale, di approccio alla vita. I presupposti inizio a vederli anch'io, addirittura. Maturità, forse? Forse. D'altra parte non ho mai avuto progetti che andassero più in là di qualche mese. Ora, magicamente, ne sta prendendo forma uno. Impegnativo, rischioso, centralizzante. Ma ce la posso fare. D'altra parte i miei propositi di terminare il viaggio sulla terra appena scavallati i 35 anni si fanno più distanti ad ogni passetto che mi avvicina ai 30... E non manca troppo, sigh. Vigliaccheria? Ri-forse. Ma più probabilmente è tutto l'opposto. E' il vedere che, alla fine, anche gli anni della maturità possono riservare sfide interessanti, stimolanti. Vedere che ci sono persone con cui puoi condividerla, questa vita. Vedere che beh, portare in fondo qualcosa dà le sue porche soddisfazioni. Provarci, almeno. Guardarsi allo specchio a fine giornata e poter dire "cazzo, ho fatto del mio meglio". Le solite cose trite e ri-trite che prima, quando le sentivi dire dai più grandi, ti davan solo un senso di scettica tristezza. Sarà che la vita festaiola tout-court mi sta venendo a noia, mi sembra che offra sempre meno. O almeno, quello che ha da offrire, la mattina dopo non me lo ricordo nemmeno. Si vive, o almeno io vivo, di estremi. Prima vivevo solo di quello, ora me lo sono quasi dimenticato, assorbito dagli ultimi mesi passati a scrivere la tesi, rintanato come un animale in letargo. Arriverò alla sintesi hegeliana, perchè non si può vivere di solo lavoro, logico. E non sono geneticamente progettato per questo tipo di vita. Ma cazzo, ho bisogno di affermarmi. Almeno dal punto di vista professionale. D'altra parte, ormai, la vita da rockstar, quella che avremmo voluto io e i miei compari di questo blog, purtroppo temo non la raggiungeremo più. Ce la siamo goduta parecchio, però... Ora è il momento di ripagare tutto e conquistare del nuovo. E ce la faremo, puttanaeva. Ce la faremo tutti. S.

giovedì 5 settembre 2013

probabilmente è la carta ingeniutà

Queste notti insonni non solo solo sintomo di procrastinazione verso il mio ultimo esame che non ho voglia di dare, di cui stupidamente rifiutai il voto sei mesi fa. Non sono un fenomeno nuovo per me ma sicuramente rappresentano lo sviluppo di una nuova sensazione, quella non sapere assolutamente come andrà il mio vicinissimo futuro; certo, questo accade sempre, questa volta però non ci sono punti fermi o sicurezze, sto mettendo tutto in discussione e rischiando di perdere anche le certezze che ho. Non sono preoccupato o angosciato, troppo stanco per pensare veramente e troppo sveglio per dormire, mentre fumo l'ennesima sigaretta nel mio appartamento a notte fonda. Mi sento libero come non mi era mai successo. Mi sento sveglio, perchè devo stare all'erta. Non sono fatto e non sono sbronzo, non ne sento l'esigenza. Sono lucidamente attivo, tentando di fare quello che voglio fare, senza nessuna certezza o indizio di riuscita; diciamolo pure: allo sbaraglio. So che sarà dura, e questo mi basta per sapere che è la scelta giusta. Se non ce la farò, ci avrò provato. Non posso aspettare di avere tutte le carte in regola per fare quello che voglio. Mi sento pronto e nel momento giusto per partire, così, con quello che ho. Felice.