martedì 29 novembre 2011

Ultimamente sogno più di prima, sinonimo di preoccupazione e notevole carenza di thc.
Ah, il thc, ah! AH!
Pulisco il cesso di casa mia, mi rendo conto che certi antri non li ho mai puliti da quando sono entrato in questa casa: 2 anni fa.
Mentre strofino una pezza consunta su mattonelle che farebbero invidia al set di trainspotting praticamente il mio intero guardaroba gira nel cestello di una lavanderia a gettoni poco distante da qui, sui fornelli intanto pollo alla cacciatora.
Stendo, mangio e si fanno le 5 e mezza di pomeriggio, calano il sole e la nebbia.
Rimugino qualcosa che non ricordo, mi faccio forza e riprendo a pulire, come se questo riesca schiarirmi il cervello.
Qui c'è lavoro per giorni, queste poche ore non basteranno...

lunedì 28 novembre 2011

Sogni e incubi

Bleu, "Operato ha avuto la faccia nera un mese e mezzo".
Pubblicità di rhianna, motociclette, dici bamba e cambiano argomento, dicono soldi e da dietro ti dicono bamba.
Serie difficoltà, sono sveglio ora o lo ero prima?
Vado nella stanza di questo ragazzo, non capisco chi è, se lo conosco, mi pianta una siringa nella mano in preda ad una crisi di pazzia, vado a parlare con i genitori, che mi dicono di quanto sia cambiato da quando è seriamente tossicodipendente, io li ascolto, assecondo ed accompagno fuori lui, ma in realtà mi faccio anche io, anzi, sono ad uno stadio avanti al suo; mi chiedo come facciano a non notare le mie parole impastate e il down che mi accompagna.
Lui rompe il cazzo in macchina, minaccia la guida, allora chiamo i suoi e dico di legarlo al letto, sto tossico dimmerda.
Credo mi ripianti una siringa nella mano, ma al massimo contiene le sue malattie di merda, niente di più.
Non ho più una lira, raggiungo mia madre, che non mi da abbastanza, a questo punto rifletto sul fatto di avere un autonomia di poche ore, poi una nuova dose per forza, che sono spaccato niente male, credo di aver iniziato per smettere di bere.
Tiro giù la maschera e dico mamma, questo è quanto, o mi date i soldi per le dosi, o mi aiutate a curarmi, lei fa un discorso di cui non mi arriva una parola, poi mi sorride e mi dice che mi vuole bene, questo è quanto, e mi lascia nel mio inferno.

Mi sveglio di merda, ho ancora dolori renali, devo ammettere di svegliarmi bene non più di un paio di volte al mese.
Per i primi dieci minuti sono ancora nel sogno, penso a come rimediare ad una crisi d'astinenza; poi mi sveglio anche di cervello, ho confidato negli altri senza mettermi sveglie, ovviamente perderò il treno comunque.
Arrivo in cucina con un quarto d'ora utile per uscire di casa (colazione vestiti lavaggio valigia), mi ma mi fa:"Prendi l'alta velocità" io gli dico che costa, lei dice che potrei concedermelo, le faccio notare che così rimarrei con 6 euro un tasca.
Mi da tutti i soldi che ha nel portafoglio. Esco dalla cucina che il treno è partito da 5 minuti, mi accomodo nella mia stanza col cervello ancora un pò cotonato. Solo in casa. Metto sopra un altro caffè, accendo una cicca e valuto di arrivare verso le 3/4 a milano. Motivazioni rivestite di calcare. Stomaci da cambiare, autobus da dimenticare.
Ah, firenze, ti faceva proprio fatica eh?
Mi sento un pò come un sacco vuoto, e a a periodi può succedere, ma si sa che la tecnica non la vede da questo punto di vista.

venerdì 25 novembre 2011

Sassi di pane, sopra olio e sale, neanche duri come sembravano.
"Sto bene con me stesso" anche se mi rendo conto subito che senza bere o thc scivolo in una malmostosa malinconia.
Una sensazione di vecchiaia precoce mi apre un buco nello stomaco, alla voce di serate alle quali non presenzierò, eppure non è troppo
che non esco.
Latte con cacao e ritorno bambino:
Bevanda da utilizzare solo in momenti insipidi,
o forse è solo quello che offre la casa.
Rimando di altri 20 minuti il da farsi.
Se potessi starei a letto una settimana, così da poter sognare tutto quello che non sta accadendo.
Stacco il cavo delle casse, calore nelle cuffie.
Un pezzo storto,
mi raddrizzo un poco.
Fumo l'ultima sigaretta su questo latte? La risposta si perde nel suono della sveglia domattina:
Una cannonata nelle tempie, il tempo stretto per non riuscire a fare niente, i piatti da lavare che aspetteranno lunedì, la valigia in dieci minuti, la botta del sonno.
Il latte non si sposa con le sigarette.
Magari potrei preparare le cose ora, ma dopo aver fatto quel disegno.
Un semplice disegno da 10 minuti, un "traccia", che non ho ancora fatto per ricavare tempo da dedicare a me stesso:
Ovviamente tempo che ho sprecato subito.
Questa cosa degli uomini animali sociali...
sta cercando di toccarmi da vicino.
Eppure(penso) gli eremiti (veri) esistono e sono sempre esistiti, forse il loro trucchetto è tagliare completamente ogni rapporto, così da non doversi relazionare neanche per le necessità primarie, oppure, ho sempre pensato, fare un bell'escursus di droge.
Giorno 1 di eremitaggio:
Gran cannoni
Seconda settimana di eremitaggio:
Le canne stancano, accedere alla riserva di eccitanti, ansiolitici etc.
Secondo mese:
Stroncare la dipendenza da cocaina a suon di cartoni alternati a oppiacei.
Terzo mese:
Gran finale in eroina, poi ritorno alla società, con speedball per sopportare gli altri.

No, non funziona così, a vivere in città proprio non lo capisci l'eremita dell' immaginario collettivo.
In città i rapporti ci sono eccome, sono i tempi che sono stretti, o almeno i miei tempi, in questa città.
Così manca sempre quel calore di un escursus profondo per qualcosa, poi molti tengono le distanze, ma il tempo rimane il nemico peggiore.
Così eccoci eremiti improvvisati nel poco tempo libero che ci rimane, canneti in fumo (e qui già sarebbe buono, non fosse un periodo di crisi anche per queste droghe proletarie...) oppure l'alternativa alcolica(solitaria ovviamente), così germogliano screzi relazionali(nel caso di incontri fisici o telematici), la pochezza dell'essere e quant'altro, allora ancora eccoci soli e basta.
Poi, suona la sveglia, ti sciacqui la faccia, scopri il ritardo, vedi le solite tre persone(che non conosci) fuori dai negozi sotto casa, sull'autobus pieno di gente, università.
Qui gente con cui hai cose da dire, gente con cui ne hai meno, etc...
Di nuovo nel sociale. Una sera vedi gli amici, un altra(appena ne hai una libera) di fuori come un culo e non sai neanche cosa hai fatto ...via dicendo.
Non voglio arrivare a nessun punto, la solitudine che si può lamentare in queste situazioni è una solitudine sociale, o forse più che solitudine è solo insoddisfazione, ecco tutto. Stili di vita insoddisfacenti.
Prendo l'ultima sigaretta del pacchetto.

giovedì 24 novembre 2011

Assettico

Uno stronzo entra nella stanza, intima di andarsene, sangue amaro, mani che prudono, trattenuta, permanenza.
A una certa gli altri:" che è meglio lasciar stare", ce ne andiamo. Rabbia.
Cassetta delle lettere: pubblicità, pubblicità, bolletta, pubblicità, pubblicità, pubblicità, bolletta, pubblicità, lettera per salvare i bambini del terzo mondo.
Indifferenza per le scale, distacco personale. Distacco delle persone, distacco del sociale: frammentazione cittadina.
"Pronto, bella, fai qualcosa?"
"Ok, ho capito, allora chiamami dopo..."
Piazzato nel letto, una sega, un ora intera a pensare, poi: "sarà anche il caso di mangiare",
pasta riscaldata in eccesso di ieri nel microonde.
Lo sguardo cerbiatto della carfagna, pubblicità antistupro, gente che prende con la forza ciò che gli era stato sotto sotto promesso, pubblicità con passera in vista, programma con macro culo tette, pubblicità contro le violenze sulle donne, poi
acque che si prendono le nostre città, mario monti che parla, paura leggendo i sottotitoli delle prime pagine dei quotidiani che sta volta a pagare per tutti sia proprio il lettore.
Il cittadino mediano e il povero si chiedono se è il ricco che pagherà sto giro, mentre il medio ricco spera che sia sempre il più ricco a pagare, il ricco ricco boh, politacanti hanno già intascato, invece.
Ridimensionamento dell' impiego? Nuove svolte di lavoro? Forse la flessibilità ha un lato duro e lungo.
In pausa pranzo dice: "Dobbiamo smetterla di fare lavori per niente, così svalutiamo il lavoro di tutti"
"Piuttosto non fare un cazzo, per il bene della professione"
"Poi un altro lavoro l'hai trovato?"
"In cerca..." ...e c'è sempre chi ha il culo parato e lo fa gratis.

Popoli di giovani migranti, studenti x che non parlano una parola e vivono sui lavori di gruppo di altri, lauree italiane in cofee bar inglesi, gli africani del centro e nord invece sembrano sempre li a morire come al solito, la lettera dice:"Uno su dieci ha accesso agli aiuti umanitari" e ste cose si sanno, ecco perchè nessuno aiuta, tutti penseranno che tanto sono sempre li a morire, e poi è già una lotta pensare a se, nessuno vuole pagare, che sto macello l'ha fatto qualche stronzo col garage da 100mq.
"Sto montenegro me lo sparo uguale" tac- e sigaretta.
Suono di suv in sottofondo.
Mi spengo in questa truffa di tempo, c'è sempre chi è buono a vivere su quello degli altri, e chi a donarne per se stesso sopportando l'infestazione: Doppio carico.
Dovrei poi uscirci con quella, ma siamo sempre così impegnati... lo sono io, e lo è lei, e lo sei tu, lo siamo tutti. Dopo quanto scade un invito? Posso arrivare al mese o superarlo?
Ma l'impegno paga o pagherà, la solitudine porta consiglio e un allargato sonno sociale: "Di un pò, ci facciamo un altro caffé?"
Poi nella nebbia di questo hummus mi guardo attorno e non riconosco il posto dove sono sempre rimasto.
"Rimasto e basta, nel cervello bruciato, squagliato e poi rimodellato sotto forma di ?"
Un nebbioso domani del quale non si intravede molto.
"Facciamo qualcosa stasera?"

mercoledì 16 novembre 2011

Stramll si sveglia con la bocca secca e il mal di testa.
Pensa che cazzo, ridotto così solo perchè scialo i ritmi di vita, manco fossi reduce da una sbronza... forse ho il cervello marcio.
Vorrebbe uscire e andare al kebab, ne ha due a cento metri, uno al fianco dell'altro.
Prima preferiva andare al primo in ordine di distanza, poi ha deciso che il tipo parlava troppo - Vado li anche per farmi i cazzi miei, perdio!- il kebabbaro lo guardava sempre come dire -Che faccia sconvolta, qui per servirti fattone- e malizia... a lui non è mai piaciuto quel tipo che scrutava, parlava un buon italiano e faceva domande in quel posto di quart'ordine pieno di ex tossiche e magrebini italianizzati già marci da un pezzo, poi c'è da dirlo, dopo tante visite mai uno sconto ed il panino fa pure schifo.
Il locale accanto invece possiede un enorme insegna lampeggiante a mò di sirena della polizia, arredo interno inesistente e un grasso mediorientale che non capiva bene nemmeno la frase "panino con tutto" - Ah, sono a casa, pensò la prima volta li, e il kebab non era manco male.
Oggi però non vuole buttare quegli anche se pochi 3 euro e cinquanta per poi stare appesantito fino a tarda notte.
Si alza come pronto per una nuova era dopo una glaciazione, butta in padella della pasta avanzata peperoni e salsiccia, raccoglie dal cesso un libro lasciato e metà e si rimette sul letto spostando la lampada dalla scrivania per leggere.
Si ricorda che durante il sonno ha sentito più volte il telefono squillare ma non è stato in grado di alzarsi.
Richiama i numeri, rifiuta due inviti a cena e poi si sente solo.
Dopo aver sgranato trova una sigaretta tra lo schifo accanto al pc, la fuma, poi esce e ne compra un pacchetto, ne fuma un altra.
Tornato a casa scorge nella mistiera quattro briciole di ganja, raccatta l'ultima cartina che ha in casa (si ricorda che è da qualche parte sotto l'amplificatore della chitarra... li in terra...), fuma il tabaccone al sapore di sconfittà,
riprende il libro in mano: parla d' amore... -Che tematica, pensa.
-Manco so una sega bene che voglia dire, e riflette sul fatto che oggi Ziz gli ha detto che ha notato come fa gli occhi a cuoricino quando vede quella tipa, lui cambia discorso e si ricorda di quando l'ha invitata a pranzo, super pranzo, durante il quale ha realizzato di stare proprio bene con lei ma senza una buona attrazione fisica... Non ebbe la voglia di concludere nulla, e passò il resto del pomeriggio felice a sbronzarsi, come se già il fatto di aver trovato comprensione fosse per lui una grossa soddisfazione.
Lei poteva posizionarsi in fondo a una lista molto breve di ragazze con cui lui sentiva di avere un buon feeling.
La lista a cui pensò ne conteneva 3, di cui scopata una, e con la prima, quella a cui lui teneva di più, aveva fatto discorsi che sconci è dir poco -Per allontanarla subconsicamente, pensò, perchè in realtà gli bastava quella complicità che si dimostravano ogni volta che si vedevano, quelle rare ma più che sufficienti volte, una o due l'anno.
Le sue prede sessuali reali sono solo involucri con cui non ha nulla da spartire, che perdono fascino e mistero dopo poco.
Pensò di mettersi a studiare, a fare quella ricerca che gli serviva per il giorno successivo.
Non si meravigliò dell'ora tarda, questa era una delle sue poche routine: iniziare le cose quando il tempo sta per scadere.
Così, svincolato da ciò che reputava i canoni della sussistenza, accese la musica e si inabissò nel casi studio del momento.
-Ah, l' alienazione...

giovedì 10 novembre 2011

Che c'è?!
Sei anche tu stanco di ritrovarti a sostenere biascicanti monologhi con persone alle quali non rivolgeresti la parola?
Ti sei annoiato dei lividi e delle sbucciature misteriose la mattina appena sveglio?
Non hai più voglia di perdere vestiti, oggetti e spendere tutti i tuoi soldi senza sapere come?
Hai ormai realizzato che aprire una bottiglia di vino in casa da solo equivale a finirla per poi girare i bar del quartiere fino a svegliarsi la mattina dopo vestiti nel letto ancora fatto?
Sei convinto di essere la persona che si indica come esempio ripugnante dei danni della droga durante le serate, eppure durante la serata percepisci solo un enorme agiatezza e voglia di bere?
E ancora, scrivi patetici testi che da sano ti fanno vergognare anche solo di aver pensato certe cose?
Forse, è il caso di bere meno.
(si, lo so che proprio non c'è verso di fermarsi, ma almeno farsi una bella scorta di fumo per qualche settimana e aumentare la dose di seghe, così da allentare la tensione...)

mercoledì 9 novembre 2011

Non fu il freddo mattutino o il grigiore fuori dalla finestra, ma la decisione di coprirsi e farsi forza idealmente, perchè avrei aspettato molto prima di ritornare a una primavera della mente, allora realizzai che il lungo inverno era iniziato.

martedì 8 novembre 2011

Signorina malinconia dei momenti perduti, sei come la signorina anarchia ma più bieca.
Mi mancano soprattutto i momenti che non ho sfruttato, anzi sono un bugiardo, vorrei quei momenti solo adesso.
Del pre sono soddisfatto.
Milano è inaspettata come un cazzo in culo, grazie a questi video posso vederti nella ridicolaggine, volendoti.
Sono in ritardo di giorni, settimane, o ho sbagliato anno?
Di sicuro ho sbagliato tutto.
Mi resta solo un addio per te.
Niente lacrime, solo un vuoto riempibile da vino e qualche scopata, quando capita.
"Stasera se resti con me scopi" celeberrima frase del mio compare tutto fatto di bamba a un me senza una lira in tasca, credibile quanto un astemio ubriaco.
Già mi ha segnalato di essermi indebitato con lui, nonostante mi abbia "offerto".
Tu invece sei sempre li, nel giro che poi è il suo, dell'immagine e della bamba.
Se non pipperai, si nutriranno di te.
Serate che non ci andresti manco se ti pagassero, e invece costan care.
Chi ci va?
Qualcuno che condivide con loro la coca.
Ultimo schioppo?
Offri 'na raglia?
La milano da bere o da tirare?
Certo è che li non gira coca buona.
A 17 anni Barcellona offriva primizie in confronto.
DIci:"No grazie, una vita non pippo, faccio mezza riga..." poi invece è cocaina anfetaminosa e fa schifo al cazzo "Già! Il vassoio per me" e una bevuta ti fa già dimenticare che hai tirato qualcosa...
Non credo che questo sia il futuro; manco al cazzo.
Non credo nemmeno che questi siano i giri che contano, per quanto vogliano loro farti credere...
Con i miei soldi di entrata avran comprato un pezzo?
Forse ci han pagato un mezzo massaggio tailandese.
Allora dio cane... che sto a fare qua?
Te ormai te ne sei andata, non sei l'amore per me manco se tu ape ed io fossi fatto di miele.
Ti ho persa per strada senza accorgermene e tu dici che mi ami, eppure c'è un maledetto frocio accanto a te...
Chi è?
Sai che non faccio a botte...
Sembrate così complici... Allora sai che io me ne starò a bere tutta la sera in disparte, bere come adesso, da alcolista abbandonato.
Non ho mai scritto frasi d'amore, perchè nel caso te le avrei dette in faccia.
Sono stato zitto, ed era ciò che provavo, ora rimpiango un pò le tua intimità.
Mi hai detto che mi ami, ma va anche bene così, che non ci vediamo.
Farò il possibile per non vederti più... tu, innocua stuprata dalla vita, io provato sfigato di malizie.
Ti insulto per quei maledetti hipster, e probabilmente te ne scopi uno; fingi indifferenza, io sono quasi completamente distaccato, mi basterebbe solo avere due canne stasera....
Questa è la mia lettera a solo vino che non dovrai leggere mai.
Forse uscirò a comprare le sigarette, perchè sai, sono uno sfattone di merda: vecchio stile, manco posso permettermi due righe se mi va.
So che a te questo non importa, e manco a me, mi importano solo quei quattro soldi che non ho, non la coca, la crisi dei valori.
Questa è la vera crisi.
Una vita che lo dico e perdo quelli che erano i miei punti di riferimento.
Mi sento abbandonato in questa stanza, senza neanche due spine per farmi provare un filo di dolore.
Allora esco, la pioggia mi attanaglia, "tlik-tlank" le monete nel distrubutore e finalmente ho di nuovo le mie sigarette.
Si, sono dipendente anche io, questa bottiglia di rosso aperta e finita da solo a fine serata.
Non c'è spazio per i sentimenti, siamo solo consumisti, tu dovresti saperlo. Utenti che senza consumo non sanno neanche dimenticare...
Consumo sostanze che cancellano tutto ciò che ho di te.
In poco tempo le mie sinapsi avranno collegato il tuo ricordo a quello di puttana troia generica. Dio è con me.
Non ci sono fiori che tengano sotto giorni di pioggia. Dopo la pioggia appassiremo.
Io ti avrei voluta qui, ma a cosa valgono i rimpianti? Neanche mezza lacrima...
Non credo in niente.
Il sapore del tabacco ti cancella sul vino, eppure ci sarà sempre una parte di me che ricollegherò a te.
Perchè continui a comparire sulla mia strada? Godi nel vedermi a pezzi?
Manco tu fossi una modella di john galliano...
Ho perso il senno, questo è il segno, non ci sono voluti cartoni o giorni in casa tutto fatto:
tu mi hai fregato in uno 0,2.
Con uno 0,2 manca poco manco ci fai un personal prima di dormire... ahhh avessi un pò di benedetto thc, ma l'alcol non è la droga giusta, mi stai qui, come un assegno che aspetta di essere ritirato.
Tu non vuoi essere riscossa, non vuoi continuare il viaggio con me, per quanto ne so io.
Ascolto musica che mi ricorda te, pensare al tempo che sto perdendo... tu magari ora stai scopando con quello sfigato dell'altra sera, che persino io gonfierei di botte senza problemi o comunque riuscirei a sminuirlo con due frasi.
Detto questo penso che proprio non mi meriti, io però merito questa autodistruzione, per la mia stupidità...
Manco una canna,,,,
Una bottiglia di rosso e il tuo odore che non c'è.
Piango solo per i bei film, stai tranquilla che per te non ci sono lacrime.
Dovresti bussare alla mia porta chidendo pietà, scopo fighe 3 volte meglio di te, eppure sai di avere del valore aggiunto e non ti fai vedere, eppure ti sprechi con la spazzatura della scorsa generazione...
Mi aspetta un futuro accondiscendente, nel migliore dei casi, e con i soldi o la fama comprerò una donna migliore di te, oppure, se mi andrà male, sarò solo un altro solo stronzo incompreso...
Ora mi sembri la migliore chance, eppure devo sicuramente sbagliarmi.
Sto diventando un alcolizzato, ed è colpa mia, ma in questa stato tu mi sembri l'unica luce degli ultimi anni... mi sono proprio giocato il senno... magari se io imparassi a scrivere potrei scrivere di questo, per mettere in guardia il prossimo.
L'alcolismo invece è senza scampo, strascico di varie droghe dell' adolescenza.
Sarò allora come il mio amico, che mi invita alle serate dove va solo per motivi di bamba.
Io però sarò un tossico impreciso, in casa.
Magari avrò fortuna come artista, o come designer, perchè queste sono le uniche cose che coltivo al di fuori della donna.
Stammi bene allora cara, non pensare a me, ho gambe solide per tornare a casa pieno di lividi senza ricordarmi un cazzo.
La mia vergogna nei confronti della vita è come quella di un bambino che fa vedere l'uccello alle coetanee.
Un altro bicchiere e stango la boccia.
Mia cara, inutili questi discorsi d'amore, mi hai già detto che mi ami, ma l'amore come lo intendi tu per me è una trincea in guerra.
Addio.
Spero che non ci vedremo più, così io potrò continuare su questa falsa riga di felicità, magari un giorno troverò i miei perchè e sarò ancora vivo, o magari non sarà così.
La vita è un ciclo, a me è caduta la catena.

Domani, invece, sarà un nuovo giorno, avrò oscurato tutto ciò che ti riguarda e andrò avanti.

lunedì 7 novembre 2011

Col presente talloncino di carta lei dichiara di aver cancellato ogni singola paranoia.
Le sensazioni che proverà d'ora in avanti saranno legate solo ai momenti in

domenica 6 novembre 2011

Fatti pensati o casi della realtà, non importa, inizio a pensarci.
Se rimango è per i segnali fuorvianti; poi mi giro e lascio stare tutto quanto, cambio il nocciolo della questione con rapidità.
Balzello da un punto di vista ad un altro, per poi tornare ad osservare una finestra piovosa.
Non ho più codifiche per comprendere, non c'è stele di rosetta, goffi e blandi tentativi di intesa mi lasciano seduto a trasudare sensazioni di distacco.
Fatti pensati o casi della realtà, non importa, così inizio a pensarci.
Se rimango è per i segnali fuorvianti; poi, mi giro e lascio stare tutto quanto, cambio il punto della questione con rapidità.
Balzello da un punto di vista ad un altro, per poi tornare da questa finestra che mi mostra solo pioggia e uno spiraglio di luce in lontananza.
Non ho più codifica per comprendere, non c'è stele di rosetta, goffi e blandi tentativi di comprensione mi lasciano

sabato 5 novembre 2011

Uno sfattone un pò marcio, che tornando a casa trova il regalino che si è fatto prima di uscire.
Quella cannetta che vale più di mille ninna nanne e meno di un millimetro cubo delle labbra di una vagina.
Ok, non vorrei cadere in eccessivo romanticismo...
Il rimastello prende i residui di tre o quattro sigarette sul tavolo e imbandisce ciò per cui giovanardi ha lottato tanto...
Il pacchetto di cartine segna un -5; a fine serata è irrilevante.
Le scarpe e i pantaloni completamente mezzi, sfilati.
Un vago sapore di hashis in mezzo al tabacco.
Neanche mezz'ora prima faticava a notare le figa posta su un piatto d'argento, niente numero ne carinerie o forme di interessamento: non sa se ha un reale interesse, sta pensando a "Pastasciutta o no quanto arrivo a casa?".
In un mondo di squilibri non ha più tanta rilevanza la ricerca di equilibrio canonica, si pensa solo a quanti squilibri si può unire per cercare di saltellare da uno all' altro per la continuità.
Questa forma di stabilità è una cosa su cui bisogna lavorare molto per non cadere; è un pò la differenza tra una persona ferma e un equilibrista che salta da una corda a un altra.
Nessuno dei due cade.
L' equilibrista ottiene lo stesso risultato con sforzo maggiore, nel contempo però porta avanti una disciplina.
Noi, giovani di questa generazione e di questa tipologia, sviluppiamo la disciplina dell'alterazione e degli estremi.
Quante ore di fila posso stare sveglio?
Starò diventando alcolizzato o ancora il mio rapporto col thc è troppo invasivo?
Riuscirò a gestire seriamente una relazione seria?
La pioggia batteva le strade.
I sampietrini subivano.
Il tempo delle mele marcie.
tadadan = stacco pubblicitario=



=secondo tempo=
Il rumore del frigorifero riempiva la stanza.
"Altra bozzetta o pastasciutta?"
Presi una mela.
"Mangerò, una mela" pensai, lavai la mela, mangiai la mela.
Questo simbolico mondo mi portò in viaggio col vento, fino alla ferrovia di labrate, dove potevo sentile lo sfrigolare delle rotaie.
"C'è un trash di cui andiamo alla ricerca in maniera fine ma maniacale"
Il tabacco che rimase dalle sigarette era insufficiente, ripresi a mangiare la mela.
"Una condizione fatta da trasformazioni e sfatamenti della realtà; questo è quello che facciamo tutti i giorni"
Ripresi a cercare tabacco sul tavolo.
"Che sia dare un esame stando due giorni svegli consecutivi, che sia rinchiudersi in casa a fare congetture e fumare, o annientarsi davanti a un video di merda o porno, portare comportamenti o esperienza all' improponibile: Questi inconsciamente delimitano i nostri metodi di rinnegamento socio-ambientale."
=Pausa per il troppo pathos e trasporto preso da discorso=
Ribilanciamento.
=Ripresa secondo tempo=
Quindi presi il tabacco che era rimasto.
Praticamente solo fumo...
Zipp - - - Pannate dense...

mercoledì 2 novembre 2011

Strazz è un giovane ragazzo che dovrebbe anche darsi una mossa, è cresciuto probabilmente, ma certi suoi atteggiamenti non si possono più considerare strascichi di ieri.
Strazz è un pentito, uno sconvolto che tra l'incredulità e il "c'era da aspettarselo" rimane sconcertato dai suoi comportamenti.
La vicenda inziò l'altro giorno, quando si sveglio sul letto ben fatto.
Non aveva ne giacca ne felpa, ma camicia e pantaloni.
Il vuoto relativo alle ore precedenti gli giocava un brutto umore.
"Che cazzo..." pensò.
Ci mise relativamente poco a rendersi conto di avere qualche sbucciatura e livido qua e la.
Verso serà scoprì che la sua felpa e sciarpa erano andate misteriosamente perse nella serata.
La notte precedente infatti era per lui un mistero destinato a restare irrisolto.
Si ricordava l'inizio:
"Eh staaas, vuoi uno schioppo?"
Era una vita che non faceva certe cose, e partì cauto, ma dopo dieci minuti ne aveva già fatti tre.
Il resto delle regole del gioco le dettava invece l'acol.
Dove erano finiti i suoi vestiti? I suoi soldi?
Per i soldi la risposta era facile, bere.
Per il resto non sapeva bene, probabilmente perse tra la folla, e i lividi?
Una cosa è certa, gli girava proprio il cazzo:
"Spendere 50euro, perdere altrettanti soldi di vestiti e ritrovarsi spaccati dal mal di testa e con sbucciature qua e la... mah... devo darci un taglio..."
Il suo rapporto col bere stava prendendo il sopravvento; come un amante, per cui trascuri tutto il resto, finchè non c'è non le dai peso, ma quando le sei insieme non hai occhi per altro.
Che dire... uno sconvolto pentito... ma questi pentimenti riescono a non essere fini a se stessi?
"Bisogna fare un cambiamento generale, non basta evitare il fenomeno" Pensò, ovviamente questo complicava tutto...
"Evitarlo vuole solo dire che appena lui si rifarà vivo, l'impatto sarà ancora più cruento e distruttivo."
Col corpo stuprato dall' etanolo passò la sua giornata a non capire, fino a che non gli salì la febbre e prese una tachipirina.
Fece i lavori che doveva fare, almeno parzialmente, e si mise finalmente nel suo morbido letto, questa volta sotto le coperte...
Aspettava un cambiamento, cercando di salvaguardare cioè che gli rimaneva, schifato da se stesso.