giovedì 24 novembre 2011

Assettico

Uno stronzo entra nella stanza, intima di andarsene, sangue amaro, mani che prudono, trattenuta, permanenza.
A una certa gli altri:" che è meglio lasciar stare", ce ne andiamo. Rabbia.
Cassetta delle lettere: pubblicità, pubblicità, bolletta, pubblicità, pubblicità, pubblicità, bolletta, pubblicità, lettera per salvare i bambini del terzo mondo.
Indifferenza per le scale, distacco personale. Distacco delle persone, distacco del sociale: frammentazione cittadina.
"Pronto, bella, fai qualcosa?"
"Ok, ho capito, allora chiamami dopo..."
Piazzato nel letto, una sega, un ora intera a pensare, poi: "sarà anche il caso di mangiare",
pasta riscaldata in eccesso di ieri nel microonde.
Lo sguardo cerbiatto della carfagna, pubblicità antistupro, gente che prende con la forza ciò che gli era stato sotto sotto promesso, pubblicità con passera in vista, programma con macro culo tette, pubblicità contro le violenze sulle donne, poi
acque che si prendono le nostre città, mario monti che parla, paura leggendo i sottotitoli delle prime pagine dei quotidiani che sta volta a pagare per tutti sia proprio il lettore.
Il cittadino mediano e il povero si chiedono se è il ricco che pagherà sto giro, mentre il medio ricco spera che sia sempre il più ricco a pagare, il ricco ricco boh, politacanti hanno già intascato, invece.
Ridimensionamento dell' impiego? Nuove svolte di lavoro? Forse la flessibilità ha un lato duro e lungo.
In pausa pranzo dice: "Dobbiamo smetterla di fare lavori per niente, così svalutiamo il lavoro di tutti"
"Piuttosto non fare un cazzo, per il bene della professione"
"Poi un altro lavoro l'hai trovato?"
"In cerca..." ...e c'è sempre chi ha il culo parato e lo fa gratis.

Popoli di giovani migranti, studenti x che non parlano una parola e vivono sui lavori di gruppo di altri, lauree italiane in cofee bar inglesi, gli africani del centro e nord invece sembrano sempre li a morire come al solito, la lettera dice:"Uno su dieci ha accesso agli aiuti umanitari" e ste cose si sanno, ecco perchè nessuno aiuta, tutti penseranno che tanto sono sempre li a morire, e poi è già una lotta pensare a se, nessuno vuole pagare, che sto macello l'ha fatto qualche stronzo col garage da 100mq.
"Sto montenegro me lo sparo uguale" tac- e sigaretta.
Suono di suv in sottofondo.
Mi spengo in questa truffa di tempo, c'è sempre chi è buono a vivere su quello degli altri, e chi a donarne per se stesso sopportando l'infestazione: Doppio carico.
Dovrei poi uscirci con quella, ma siamo sempre così impegnati... lo sono io, e lo è lei, e lo sei tu, lo siamo tutti. Dopo quanto scade un invito? Posso arrivare al mese o superarlo?
Ma l'impegno paga o pagherà, la solitudine porta consiglio e un allargato sonno sociale: "Di un pò, ci facciamo un altro caffé?"
Poi nella nebbia di questo hummus mi guardo attorno e non riconosco il posto dove sono sempre rimasto.
"Rimasto e basta, nel cervello bruciato, squagliato e poi rimodellato sotto forma di ?"
Un nebbioso domani del quale non si intravede molto.
"Facciamo qualcosa stasera?"