mercoledì 16 novembre 2011

Stramll si sveglia con la bocca secca e il mal di testa.
Pensa che cazzo, ridotto così solo perchè scialo i ritmi di vita, manco fossi reduce da una sbronza... forse ho il cervello marcio.
Vorrebbe uscire e andare al kebab, ne ha due a cento metri, uno al fianco dell'altro.
Prima preferiva andare al primo in ordine di distanza, poi ha deciso che il tipo parlava troppo - Vado li anche per farmi i cazzi miei, perdio!- il kebabbaro lo guardava sempre come dire -Che faccia sconvolta, qui per servirti fattone- e malizia... a lui non è mai piaciuto quel tipo che scrutava, parlava un buon italiano e faceva domande in quel posto di quart'ordine pieno di ex tossiche e magrebini italianizzati già marci da un pezzo, poi c'è da dirlo, dopo tante visite mai uno sconto ed il panino fa pure schifo.
Il locale accanto invece possiede un enorme insegna lampeggiante a mò di sirena della polizia, arredo interno inesistente e un grasso mediorientale che non capiva bene nemmeno la frase "panino con tutto" - Ah, sono a casa, pensò la prima volta li, e il kebab non era manco male.
Oggi però non vuole buttare quegli anche se pochi 3 euro e cinquanta per poi stare appesantito fino a tarda notte.
Si alza come pronto per una nuova era dopo una glaciazione, butta in padella della pasta avanzata peperoni e salsiccia, raccoglie dal cesso un libro lasciato e metà e si rimette sul letto spostando la lampada dalla scrivania per leggere.
Si ricorda che durante il sonno ha sentito più volte il telefono squillare ma non è stato in grado di alzarsi.
Richiama i numeri, rifiuta due inviti a cena e poi si sente solo.
Dopo aver sgranato trova una sigaretta tra lo schifo accanto al pc, la fuma, poi esce e ne compra un pacchetto, ne fuma un altra.
Tornato a casa scorge nella mistiera quattro briciole di ganja, raccatta l'ultima cartina che ha in casa (si ricorda che è da qualche parte sotto l'amplificatore della chitarra... li in terra...), fuma il tabaccone al sapore di sconfittà,
riprende il libro in mano: parla d' amore... -Che tematica, pensa.
-Manco so una sega bene che voglia dire, e riflette sul fatto che oggi Ziz gli ha detto che ha notato come fa gli occhi a cuoricino quando vede quella tipa, lui cambia discorso e si ricorda di quando l'ha invitata a pranzo, super pranzo, durante il quale ha realizzato di stare proprio bene con lei ma senza una buona attrazione fisica... Non ebbe la voglia di concludere nulla, e passò il resto del pomeriggio felice a sbronzarsi, come se già il fatto di aver trovato comprensione fosse per lui una grossa soddisfazione.
Lei poteva posizionarsi in fondo a una lista molto breve di ragazze con cui lui sentiva di avere un buon feeling.
La lista a cui pensò ne conteneva 3, di cui scopata una, e con la prima, quella a cui lui teneva di più, aveva fatto discorsi che sconci è dir poco -Per allontanarla subconsicamente, pensò, perchè in realtà gli bastava quella complicità che si dimostravano ogni volta che si vedevano, quelle rare ma più che sufficienti volte, una o due l'anno.
Le sue prede sessuali reali sono solo involucri con cui non ha nulla da spartire, che perdono fascino e mistero dopo poco.
Pensò di mettersi a studiare, a fare quella ricerca che gli serviva per il giorno successivo.
Non si meravigliò dell'ora tarda, questa era una delle sue poche routine: iniziare le cose quando il tempo sta per scadere.
Così, svincolato da ciò che reputava i canoni della sussistenza, accese la musica e si inabissò nel casi studio del momento.
-Ah, l' alienazione...