venerdì 26 aprile 2013






martedì 23 aprile 2013

Da porta genova, strada panoramica per lambrate.

Sorrisi che lasciano trasparire qualcosa che non accadrà. Completamente coscienti di ciò che il tempo non sarà propenso a fornirci, di ciò che le situazioni frammentano, lasciando spazio agli sguardi sinceri del "si vedrà".
Nella confusione di un trasloco a puntate, tra impegni e appuntamenti fitti in pochi fogli di agenda: partirò.
Nel frattempo questa storia della progettazione pronta per entrare nel vivo è al preludio, e si spera che il primo capitolo nasconda già le trame di un fitto romanzo, mentre del nos brucia questo ultimo intervallo di vita privata per catapultarmi su un aereo low cost in pieno stile "fuga da crisi".
Poco ricco sia di soldi che di tempo, investo tutto.

L'aria inumidita dalla pioggia tocca le viscere di una Milano gialla di lampione, che saluta ridente e seria allo stesso tempo, come a dire "nel bene e nel male ci rivedremo, lo sai che sono qua".

giovedì 11 aprile 2013

Frullato di Palle

Un nuovo giorno, dietro allo schermo illuminato. Nuovi sogni, svolte, possibilità, responsabilità, dolori, nausee, morti si creano, come ogni giorno. Tutto uguale e tutto sempre diverso in questa stupida sala parto d'idiozia. Questo lavoretto scrauso mi logora e non mi da neppure da mangiare.
Arriveranno i tempi migliori, continua a risuonarmi in testa come una litania, questa frase. I tempi migliori però vanno cercati, inseguiti, catturati e tenuti stretti una volta raggiunti. Per ora non ho nemmeno iniziato a rincorrerli, li ho a malapena intravisti, giusto dietro la nuova insulsa ma necessaria incombenza da affrontare.
Momenti di stallo in cui l'unica tua preoccupazione è la prossima scadenza burocratica. Nulla di più. E continuiamo a scriver cazzate, come se il prossimo spettacolino di merda del Teatro di Stocazzo fosse un informazione vitale per l'infinito popolo della rete. Anche Henry Miller ha corretto bozze, a Parigi. E anche lui odiava ciò che faceva. Ma perlomeno lo pagavano, perdio!
Qui invece mi ritrovo a cercar una via di fuga dalla scrittura meramente informativa in un cunicolo cerebrale di cui nemmeno conosco l'inizio, figuriamoci la fine.
Non ho detto un cazzo. Troppe sarebbero le cose da dire, troppo affollata la mia scatola cranica e troppo poco il tempo da buttare. Tra poco il supplizio finisce, almeno per oggi. Usciremo a rimirar le stelle, oscurate dal sole.
Ma arriveranno i tempi migliori. Arriveranno.
Mi son rotto il cazzo di fingere sorrisi.