venerdì 28 ottobre 2011

Rileggendo dopo giorni frasi telematiche da ubriaco perso, per paura di eccessiva molesta, ecco che mi rendo conto che nelle sbronze che non ricordo probabilmente non sono poi od ormai più cosi molesto.
L'evidente ebrezza si intravede nel tono e negli errori ortografici dovuti ad un pessimo controllo della tastiera.
Non ci sono altre facce di me, ma la sola caduta totale del filtro tra ciò che penso e ciò che dico.
Un flusso di pensiero che sfocia fuori direttamente, senza lasciare tracce nella memoria.

Questo piccolo appunto non è una buona scusa per essere un beone, non accompagna ne cancella propositi di alcun tipo; più che altro constata, con fare semplice.

Non so ancora bene come classificare gli stati di coscienza indotti da sostanze.
Residui adolescenziali? degrado o espansione di coscienza?

Probabilmente non esistono risposte specifiche, come possono esisterne molte, sia solo sul mio caso, che parlando a livello allargato.
Cerco di allontanarmi da un singolo punto di vista.

Un insieme di fattori determina i nostri comportamenti, la liberta di agire ne allarga il raggio.
I limiti ultimi dovrebbero fare capo solo ad un etica personale in continua evoluzione.
Di fronte all'enorme possibilità di scelte in continuo cambiamento soggette a leggi autoimposte d'etica, ecco che si può avere una sorta di perdita del se, invece che imparare a creare questa immagine secondo cioè che si è fatto o a giudicarla secondo parziali verità, credo sia meglio, tenendo conto dell'esperienza, preoccuparsi di fare del nuovo a livello di azioni, per la mia ignoranza, potrebbe essere un fondamento evolutivo.

mercoledì 26 ottobre 2011

Un grosso paio di cuffie.
Lo sguardo dietro ai ciuffi di capelli segue la presenza appena entrata nella stanza, senza darle troppo peso.
"Quindi non è assolutamente così" riferisce ill nuovo arrivato.
L'altra presenza posa le cuffie e chiede di ripetere, poi scaglia un no secco.
Da dietro l'armadio della piccola sala, spunta una figura con un bicchiere in mano:
Ride.
La figura in piedi guarda la postazione audio, poi volge lo sguardo alla bottiglia dell'altro.
I due sogghignano giocosi, in un secondo momento l'audiofilo si incupisce nello sguardo.
I tre allora escono dallo spazio, sul pianerottolo del locale chiamano l'ascensore.
"Eh si che sembrava finito il tempo degli screzi reciproci..."
"E' una semplice riunione"
"Una riunione di quelle che lasciano il tempo che trovano..."
"Questa volta abbiamo dei fascicoli molto più forniti..."
"La rilevazione non è mai abbastanza completa..."
"Non abbandoneremo il progetto, dopo la fase c e la fase d c'è la fase e; poi avanti con le lettere e finite quelle c'è la stasi ricostruttiva, dopo quella proveremo a sostituire le lettere coi numeri o con delle forme, o curve... "
L'ascensore arriva al piano.
I tre entrano e premono il pulsante, poi l'elevatore si chiude ed inizia a salire.
"Ho ascoltato i messaggi sonori dal settore esterno, la situazione è da analizzare in fasi consecutive partendo dal minimo livello di complessità."
"Sul piano operativo non siamo in grado di gestire l' interpolazione esterna..."
"Io sarei per chiudere i battenti"
"Dovremmo far fallire tutto, la situazione è irrimediabile"
Uno dei tre, il più convinto, inizia a disegnare sulle pareti dell'ascensore una sala operativa.
L'ufficio stazione di elevazione continua a salire, si fora per lui il grattacielo, la cabina apre due nuvole per poi schizzare al suolo.
Qualcuno sembra uscire soddisfatto dal parallelepipedo ammaccato.

mercoledì 19 ottobre 2011

Osservo le conversazioni, un attimo in disparte.
Guardo le figure di riviste scritte da giornalisti da mezza tacca.
Argomento riflettendo sulle mie scarse qualità illustrative.
Mi rilasso nei monologhi esistenziali altrui;
poi, crogiolo in un silenzio di impotenza.
Sento che qualcosa non è come vorrei, ma non gli dò peso.
Quasi preferirei lamentarmi della mancata disperazione;
poi, per futili motivi, sorrido a uno sguardo bieco di vecchia in autobus.
Un odore mieloso di donna, per un secondo, porta la mia mente sulla pelle familiare di una sconosciuta.
Scambio il buonasera con una cameriera di mezza età, rimango perplesso davanti a un ambulanza e due macchine dei carabinieri nella mia via;
poi, a casa, fatico anche a girare una bozza.

Su questi mari calmi cerco le mie vele da gonfiare.

lunedì 10 ottobre 2011

Ho deciso che non cancellerò il post precedente.
Rileggo le mie cose e viene a galla merda e supponenza.
Dato il ridotto numero di visitatori(come è giusto che sia), penso di poter tenere questi testi.
Almeno per me stesso.
Anche se servirà solo a darmi dell'idiota.
Credo che il nostro cervello, spesso ci voglia includere in quel 5% di gente che cambia realmente lo stato delle cose, o porta avanti mutazione sostanziali, o che almeno ha un idea abbastanza chiara e/o globale del come vanno le cose.
La verità poi è semplice:
non si sa mai abbastanza, non si è mai compreso abbastanza bene niente.
La superbia spunta però quando si incontrano molti individui tutti insieme che non condividono i nostri stessi obiettivi.
Gente che non sembra sulla terra nemmeno per il tuo stesso motivo.
Spesso è grazie agli atteggiamenti che si è portati ad osservare di queste persone che noi ci riteniamo intelligenti, ritenendo loro stupidi.
Da un altro punto di vista invece gli idioti siamo sempre noi.
Innegabile però è la massa, e la massa per definizione ha bisogno di essere influenzata, convinta.
Quindi per gli atteggiamenti per cui non ci riconosciamo nella massa, ecco che creiamo la nostra elite.
Questa elite virtuale nel mio caso è fatta di fattoni che cercano di svoltarsela in un mondo di crisi economica e sociale.
L'errore che sono portato spesso a compiere non sta nel cercare di portare avanti i miei fini, bensi nel giudicare quelli degli altri.
Il giudizio è sbagliato a prescindere, poichè si basa sull'utopia del sapere.
Allora dovrei prendermela in maniera più egoistica e meno eroica.
C'è una linea generale secondo cui le cose stanno cadendo a pezzi, io invece vorrei seguire un altra linea, e siamo in tanti.
Allora ecco che torna il bisogno di incazzarsi? E poi quale linea!? Siamo anche noi merda, probabilmente.
Forse l'incazzarsi è solo dovuto a una carenza di impegno, o a un impossibilità di definire bene le prospettive future.
Probabilmente dovrei solo andare a letto, ed essere più clemente con gli altri, e con me stesso.
Fare, non lamentarsi e non giudicare, poi sempre dritto.
L'importante credo sia dare un senso a noi stessi trovando o creando una dimensione che ci appartine, come singoli non siamo certo il filone narrante dell'umanità...

sabato 1 ottobre 2011

Apevrol

Son queste mattine, che mi uccideranno, la qualità degli alcolici di ieri era pessima.
Pesa di più il fatto di esser stati qua, a milano.
La sindrome della quantità invece della qualità sembra colpire anche molti cervelli, non ho ben capito in che modo, ma i risultati sono chiari: gente sciapa con un frullio di paranoie nel cervello, poco spirito di iniziativa e amanti della routine e standardizzazione.
Poi Napolitano dice che non esiste un popolo padano! In effetti non si può collocare geograficamente solo in padania (Dove risiede Re Umberto, epicentro del savoir faire di massa), ma come si dice, la madre degli idioti è sempre incinta! Ed i conservatori ignoranti sono veramente il sinonimo della bassa qualità, poichè non sono aperti al nuovo e non sono neanche ben informati su che cosa stanno conservando... stanno conservando qualcosa? Di sicuro tengono aperta la possibilità che qualunque posto, possa diventare un posto peggiore; che qualunque idiota, possa fare un valore del suo essere merda.
E allora è facile fare i conti? Non è facile? DIpende dalla zona? circa l'80%? ci affidiamo ai dati di Malanga sull'anima o quelli delle affluenze alle religioni?
Probabilmente sono fattori difficilmente classificabili, ma più facilmente distinguibili: Bastano pochi minuti di conversazione per individuare una persona della maggioranza comune. Uno di coloro che sventola a 24 denti lo stendardo della merda.
La grande coalizione della merda, che porta avanti la merda, professa la merda, spalma la merda, poi indice un evento atto ad affermare la seguente: "La nostra merda è migliore della vostra, è vera merda, viva la merda! La nostra merda!".
Ma grazie al signore iddio santissimo, figlio di maria vergine (sempre sia lodato), ci sono un pò rimasto sotto, e come me tanti bravi ragazzi e belle ragazze (poi alcune hanno un pò ecceduto e non è che siano proprio belle, ma solo divertenti).
Grande pregio delle bruciatura è il battersene il cazzo di innumerevoli questioni (inutili per la maggior parte, etichettate nella mente del bruciato come "tempo perso").
Mentre questa screma la grande quantità di merda che ci viene spalata addosso ogni giorno (sai quanto me ne batte il cazzo di scoprire la nuova bambina stuprata ammazzata vip della cronaca nera), per quanto uno possa pensare, spesso lascia sani di mente.
E qui farò un esempio:
Anche tutto fatto e sbronzo non ti verrebbe mai in mente di battezzarti con l'acqua del pò.
Ma il signore iddio santissimo ha pensato a tutto e ha detto: " Qualcuno lo deve pur fare" , così ha creato ciò che si potrebbe ottenere solo con una lobotomia venuta male: L' Umberto.
Persone naturalmente predisposte alla demenza poi hanno fatto il resto:" w l'umberto, l'è ghe el Re"
(si dice così?)
Quindi taglio corto, perchè sto dilungando:
Il rischio di fottersi il fegato è maggiore del rischio di fottersi il cervello, perchè per quanto tu possa impegnarti per instupidirti, c'è gente che nasce con un instupidimento innato ineguagliabile.
Il loro modo per annientarci è quindi basato sulla distruzione del fegato, ed è portato avanti dagli idioti, perchè se le bevute hanno scarsa qualità è perchè migliaia di imbecilli non sono in grado di distinguere un cocktails fatto a modo, pur bevendone dieci a sera.
Che dire?
Lung vit allammerhhhhd!!!! lemmerhhhd de malan!!!!