mercoledì 22 dicembre 2010

Grazie a facebook puoi vedere che fine ha fatto anche la tua prima ragazza.
Non è difficile, e scoccia vedere che è sempre figa, forse ha addirittura le tette piu grosse!
C cazzo...
Poi vedi da quello che scrive che probabilmente è diventata down in maniera completa.
AhhH! Ma sta con quell'idiota! (ancora, e l'ancora ti fa capire non solo quanto sia spastica, ma presume che tu sapendolo già neanche senti la scocciatura, in effetti sono fortunato ad aver appurato di persona in precedenza che è un ritardato)
Quindi magari vedi la loro uscita fuori porta da ritardati totali a un qualche parco divertimenti, o il loro senso handicappato dell'umorismo, o i post in bacheca degni di una casa di cura per bambini fortemente ritardati... me ne hanno ricordata una che era l'ultimo anno del liceo con me.
Una spasticata rara.
Senza voler offendere i ritardati per nascita, si intende, tutto il rispetto del mondo per loro.
Qui stiamo trattando ex ragazze coi neuroni in frantoio.

E almeno pensi che tu una fine così, piuttosto l'eroina.
sono momenti come epocali, quelli in cui devi decidere se mettere in vista il peggio.
Un pò come quando aphex a livorno ha messo tra le videoproiezioni un porno di coprofagia.
Probabilmente se venisse trasmessa coprofagia su mediaset la gente penserebbe:
"cazzo che bel culo che ha quella figa, ma dal culo, non è mica quella tronista moretta dell'edizione di 'staminchia di 2 anni fa?"
"Dici quella che ha sposato tizio?"
"Si, però ha divorziato eh!Dopo quella brutta storiaccia..."
"Sisi, novella duemila lo colleziono, cell'ho il numero"
Quando ti dicono non iniziare a farti le canne, perchè ti fa male, è un pò come se ti dicessero:
"Non guardare fuori da quella finestra, perchè fa male"
"Perchè?"
"Perchè se ci guardi noi ti spacchiamo le gambe"

Grazie mille Italia di dimostrare, in questo caso come in tanti altri, che il cittadino seppur maturo per pagare le tasse, non è abbastanza maturo per decidere riguardo se stesso.


Questo paese è pieno di delinquenti e ignoranti.
I delinquenti comandano, gli ignoranti eseguono.
Le povere persone per bene che sono rimaste pagano invece per tutti.

Ancora una volta questo stato si è dimostrato una merda.

La domanda: "Perchè dovrei rimanere qui e continuare a contribuire pagando le mie tasse a questa merda?" si fa sempre più decisa nella mia testa e non trova risposte.

Ci trasferiamo tutti da qualche parte dove si vive meglio?

lunedì 20 dicembre 2010

Freddo.

Fa un freddo fottuto la fuori.
Domattina devo svegliarmi presto, così studio.
L'idea di bere solo un paio di bicchieri svanisce subito quando vedo che tutte le bottiglie sono vuote, capisco che ho proprio voglia di bere.
Le bottiglie in qualche modo appaiono e nel giro di qualche ora sono ubriaco fradicio.
Cerco di mantenere una certa credibilità, come se fossi meno ubriaco di quel che sono.
Possibile che qui nessuno ingrana a livelli?
Fuori fa un freddo fottuto.
A una certa approfitto di uno strappo verso casa.
Girare l'ultima canna in macchina mi sembra un gesto eroico e definitivo.
Dopo questa fatica manuale, mi faccio un pezzo di strada a piedi.
Traiettoria flessibile.
Freddo fottuto qua fuori.
Nel letto resisto un paio d'ore forse.
Eccomi faccia a faccia con la tazza del cesso.
Freddo.
La cena affogata in vino è proprio li a due centimetri dal mio volto pulsante.
E' così intatta che mi chiedo se ho masticato.
Alle nove di mattina lo squillo del telefono mi fa aprire gli occhi.
La fine del cuscino condivide col lenzuolo una piccola pozza di vomito.
L'alcol.
Lascio squillare il telefono e faccio per allontanarmi il più possibile dal vomito, restando nel letto.
Ho ancora svariate ore di sonno davanti...

domenica 12 dicembre 2010

la differenza

(...) il punto è che abbiamo sempre qualcosa in ballo (...)
probabilmente porta a niente, ma ma ci si sente (...)
poi vedrai quando si svolta, che si svolta peso (...)
Ci siamo fatti i peggio viaggi, per poi ritrovarci sempre qui, a cercare di plasmare la realtà.

L'Italia di ieri nell'italia di oggi

Torno a casa verso l'una dopo aver dormito da amici.
Loro hanno due case una di fronte all'altra, quasi una comune, una situazione più che ottima nella Milano che conosco.
"Abbiamo pensato tutti di andare a studiare all'estero, ma siamo tutti affezionati a questa casa... una situazione così è difficile che ricapiti"
Colazione al bar sotto casa, dove sono amici, talvolta lavorano.
Mi avvio verso il mio monolocale.
Alla fermata dell'autobus incontro una vecchina, inizia a parlarmi, a raffica.
Deve avere bisogno di sfogarsi, dice che non ce la fa con la pensione, e che dopo i 70, quando si rimane da soli senza marito, non si ha più voglia di fare niente. Il suo problema ora è che gli si è rotto il coperchio del water.
Le viene da piangere, un amica l'aveva invitata al teatro ieri, ma lei non aveva soldi e le ha detto che c'era qualche cazzata in tv.
Mi chiede cosa faccio nella vita, dico che studio e lavoro, lei mi parla di sua figlia, che ha un bambino di 9 anni, così non ha potuto fare il dottorato e ora non ha il posto fisso, fa supplenze, il suo uomo l'ha lasciata subito, è triste.
Mi dice "Se hai una ragazza prendi tutti i preservativi del mondo, non metterla incinta, è come tagliare un albero che sta crescendo"
Arriviamo alla nostra fermata, saluto la signora, in bocca al lupo reciproco, e auguri.

giovedì 9 dicembre 2010

Questo è quello che scriverei se fossi trendy:
Mia madre mi vuole bene, perchè quando voglio fare qualcosa di cui ha paura, cerca di valutare le alternative, poi quando capisce che quella cosa la considero l'alternativa migliore, lascia un sospiro sospeso.

Essere trendy al giordo d'oggi vuol dire essere friendly, scrivere cose vere, ma col tocco dell'ottimismo.
Cose che piacciono a tutti.
Vuol dire usare parole inglesi la dove si potrebbero usare parole italiane.
Vuol dire esporre al pubblico la proprio vita privata mettendoci nome e cognome, e cercando di plasmarla secondo appunto il trend del momento.
Le persone trendy non parlano di politica, perchè è scomoda da trattare, così come non se ne parla negli ambienti di lavoro.
La tendenza impone inoltre di non prendere mai posizioni riguardo ad argomenti sociali, perchè prendere una posizione è una scelta troppo impegnativa e personale.
Essere a questo modo vuol dire non parlare dei propri pensieri interiori, ma condividere solo cose banali come l'amore per la mamma o la passione per le cose "belle".
La persona tipo di oggi è social e condivisa in apparenza, ma individualista ed insoluta al suo interno.

Mi chiedo che senso abbia condividere cose che sono già note, senza condividere se stessi...
anche una breve conversazione saprà di superfresco, di ultimissima tendenza, stantio.
Lo stantio più 2010 che ci sia mai stato.
Quel genere di stantio che non sa risolvere nemmeno problemi ereditati dal secolo scorso.

lunedì 6 dicembre 2010

-Mi sono aperto, del tutto.-
-Fammi dare un occhio... si, ti sei aperto del tutto!
Guarda qui, ti è anche rimasta una pizza sullo stomaco.-
-Ora capisco perchè stavo sudando freddo... me la togli?-
-Vai tranquillo-
-Ehhhhwuaahhh...
cazzo, la mozzarella era ancora intera...-

Ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

-Oi, c'è un ambulanza qui, che facciamo? Saliamo su?-
-Non saprei, dici che potrebbero avere qualcosa per il mal di testa?-
-Può darsi...-
-Cazzo, ci sgamano, dobbiamo fare in fretta a salire...-
-Non posso correre, mi esce il cervello da dietro la testa...!-
-Ah, già... vabè dai, torniamo a casa, che fa un freddo becco.-

Tclack

-Ti va una camomilla?-
-Vai, fanne giù un paio...-
-Hai notata che il bidet è intasato da mesi?-
-Si, grazie al cazzo che ho notato...-
-No, chiedevo dato che è sempre nella stessa condizione...
...da mesi.-
-Sto pensando che ci sto rimanendo sotto-
-L'alcol ti ha bruciato una valanga di neuroni-
-Una cosa che non fa male non può spaccarti la testa in due-
-Probabilmente è più facile morire per un ascesso celebrale che diventare stupidi come la maggioranza italiana, sempre stando agli ultimi risultati elettorali eh...-
-Pensi che il trionfo della mafia sulla politica sia dovuto alla stupidità delle persone?-
-Almeno in parte...-

giovedì 2 dicembre 2010

Il bene per mia nonna è una cosa che trascende un pò da tutto, come il bene per la mia famiglia in generale.
Ormai è passato un mese o giù di li dalla sua morte.
Credo che definire tutto con il tempo sia una cosa immorale, soprattutto in situazioni simili.
Avrei voluto vederla domenica, ero molto ipegnato col lavoro e lo studio, e non ho potuto.
L'ho sentita sabato, aveva la voce sofferente.
Faticava a parlare, mi disse: ti voglio bene, vi voglio bene, siete la mia soddisfazione, mi date tanta soddisfazione, ora scusami, non ce la faccio a parlare.
Le ho detto che le volevo bene, che ci saremmo visti presto, poi mi ha passato mia madre che mi ha consigliato di andarla a trovare appena possibile, prima che lei mi dicesse queste cose le avevo detto: Nonna, non posso venire questo fine settimana, mi dispiace, è che devo studiare, sto per laurearmi, a febbraio mi laureo!Vengo giovedì, te lo prometto.
Dopo aver riattaccato ho sentito come un brivido e guardando senza mettere a fuodo intorno a me, ho capito che forse sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito la sua voce, cercai di non pensarci, di pensare di sbagliarmi.
Mi nonna è morta la notte tra la domenica e lunedì.
La mia sveglia lunedì è stata una telefonata di mia madre.
La domenica passata a fare la tesi mi è sembrata come se non fosse nemmeno esistita, sentivo la voce al telefono di mia nonna come un ricordo vicinissimo.
Dopo mezza giornata di lavoro mi sono congedato.
L'ho trovata li, serena, nel suo letto.
All'inizio mi sembrava respirasse ancora, e non avevo coraggio di toccarla, per rispetto, riuscivo solo a parlarle o a stare zitto.
Entra mia madre, con una faccia serena e triste allo stesso modo, che solo lei sa fare. Lei le tocca le mani, parliamo, a voce bassa.
Tocco le mani della mia nonna, sono fredde.
La bacio sulle guance, l'accarezzo, è sempre fredda.
Poi noto la bocca, è aperta per uno spessore di un paio di millimetri.
Per un attimo percepisco una cosa che mi aveva detto mia madre prima, che non riuscivo a capire.
Vedo il corpo solo come un corpo.
Come il vestito più importante di mia nonna.

Non credo in niente, se non nella vita, e la vita finisce.

Ritrovandosi tranquilli.

Eccomi, in questo stralcio di spazio.
Per me la storia di questo luogo fatica a stringersi qua dentro, ed io con lei, soffocando spesso.
Probabilmente sono stato concepito proprio qui, sullo stesso letto dove dormo tutti i giorni, anche se probabilmente la rete e il materasso sono nuovi.
I sogni di questo pomeriggio parlavano chiaro: ormai non ci sto più, devo allargarmi per necessità, le attività che devo svolgere non possono essere contenute tutte in questo spazio.
Anche se gli sono grato di tutto, è giusto pochi metri quadri in meno di quanto mi servirebbe.
Ed eccomi quindi, un pò costretto.
Ultimamente mi sto chiudendo in questo guscio, di cui mai prima d' ora avevo colto l'identità.
Il poco tempo libero che ho, devo spenderlo a riposarmi.


Non ho quasi più niente da dire.
Il relismo si è espanso in buona parte delle mie cellule celebrali, e il sogno cerco di fonderlo il più possibile col reale, facendo fatica ormai a distungerne le differenze.
L'unica cosa che non subisce mutazioni è il freddo e bieco quotidiano, che sembra aver perso il sale che aveva avuto fino adesso.

Mi fermo, un giorno intero.
Dormo 12 ore.
Non riesco a preoccuparmi di quello che ho da fare.
Non riesco a farlo finche non faccio quello che voglio fare.
Eccomi sano.
Tiro su la chitarra da accanto al letto e passo del tempo a suonarla, non so quanto.
Poi metto un disco, lo ascolto tutto, dopo altre 2 o 3 ore di sonno, esco.
Mi godo i dettagli.
Poi nuovamente nel guscio, che ormai potrebbe essere considerato solo un vaso scoperchiato, riutilizzato dopo aver perso la sua funzione primaria.
Ora è solo un buon riparo dal freddo di dicembre.
Mi sento libero, senza proccupazioni, ecco che ritrovo una parte di me stesso.
Ieri al tabaccaio sotto lavoro ho sentito un odore buono, che mi ricorda il tabaccaio dove andavo con mio padre, non tutti i tabaccai hanno quell'odore.
Forse deve essere l'odore della colla per i francobolli sul bancone, o gli incarti delle sigarette. Non lo so.
Tornando stanco verso casa ho sentito un cane abbaiare da un negozio, potevo toccarne il respiro attraverso il vetro, un grande cane altro e magro, marrone.
L'odore e la temperatura del bar vicino casa escono col sapore del calore che si perde nell'inverno.
Persino l'aria è affilata come non mai.
Ecco, mi stavo solo dimenticando di essere ancora vivo.

Un caffè stasera al bar mi ricorda dell' intorno, semplice e basilare la proprio identità nel tutto, impossibile nasconderla.