lunedì 25 giugno 2012

Quante complicazioni, più passa il tempo e più il tempo stesso mi si stringe addosso, rendendomi sempre più difficile vivere ed organizzare tutto. Far coincidere i doveri con i desideri, il volere con il richiesto... i giorni non bastano, eppure sembra ieri e sono passati degli anni. L'unica cosa che rimane sono i vizi e un autolesionismo che cerco di placare. La voglia di distacco, il non voler essere qui, quando invece l'obbligo verso il dovere mi impone di essere presente, sperando che questa sia la giusta via per un futuro, il sacrifico che impone la conclusione di ciò che ho iniziato... ah, se solo potessi avere la libertà incondizionata da tutto e da tutti, da istituzioni e da bisogni, dal tempo e dai soldi, dallo spazio e dalla materia... Ci sono giorni in cui ti svegli molto più confuso di quanto tu non fossi in sogno.

domenica 24 giugno 2012

Le droghe non funzionano più. Neanche in serata portano il divertimento. Forse è giunto il momento di abbozzarla?

venerdì 22 giugno 2012

C'è qualcosa che non va. Non ho ben capito cosa, ma qualcosa non va svegliandomi alle due di notte dopo tre ore scarse di sonno, trovando un messaggio di mia madre totalmente inutile. Una ragazza disse che mi avrebbe avvertito appena tornata a casa; non credo l'abbia fatto, non ho ricevuto sue notizie, anche se dormivo... Qualcosa non va dal momento in cui provo una gelosia decisamente sproporzionata per il poco che la conosco. Mi incattivisce un pò anche la situazione incancrenita con il suo ragazzo, riguardo cui non posso escludere sviluppi, ma che probabilmente consiste solo in qualche parola carina al telefono, il che già mi ingelosisce, questo bisogno di esclusività... non capisco se sia una reminiscenza cattolica o capitalistica... Certo è che resta difficile non interessarsi a nessun altra ragazza e cercare al contempo di restare moderati e moderni in termini di possessività... C'è un fondo d'incoscienza palpabile e concreto nell'averle fatto scalare, a sua e mia insaputa, la mia scala di interessi... Ora sei una spanna sopra tutte le altre, non un pezzo di carne in cui svuotare i coglioni... sei sicura che era quello che volevi? Di certo è quello che voglio io, adesso... In questa situazione diventa più difficile il rapporto, date anche le distanze, dobbiamo imparare a bilanciare... impossibile per me non notare continuamente la natura sentimentale del rapporto, così come a giustificare ogni mio comportamento e presa di libertà nei suoi confronti, basandomi su questa qualità che rende tutto speciale, io che ho un rapporto sentimentale? Mentre i miei dubbi sul perchè tu non mi abbia più detto un cazzo e su cosa tu possa aver fatto questa sera lasciano spazio ad un mio io che cerca di farsi i cazzi suoi e non invadere gli spazi, ripenso alla giornata andata, e mi rammarico un pò per non aver capito un amico che voleva parlare, ed essermi comportato solo come un compagno di lavoro. Ci sono persone che reputi salde a priori, che ti aspetti risolvano i loro problemi internamente, così non cogli dei segnali, delle richieste di dialogo. Tra le trame del discorso sputa qua e la dei dettagli che indicano chiaramente la sua voglia di condividere un momento di merda. Io colgo e mi faccio più recettivo, ma in ritardo, quando ci stiamo per separare, e penso: cazzo, avrei dovuto essere più attento, un amico è più attento; invece mi barcameno nei miei problemi, che ormai non reputo nemmeno più tali, sono diventati uno stile di vita e di pensiero che mi distacca dal contatto e dalle emozioni, senza bisogno di droghe. Una sorta di ascetismo che viene poi riportato al pathos, bagnandosi con l'ambrosia del pensiero di una ragazza vera, in carne ed ossa, lei, è una rappresentazione concettuale prima che un corpo. Ritorno a lei, la sua piccola negligenza ritara il mio pensiero alla vecchia maniera, ossia:"non hai chiamato? di certo io non mi farò vivo", anche se con lei non metto il canonico troia tra una parola e l'altra. Lo studio resta fermo, placcato da un progetto che non va avanti. Un esorbità di esami da preparare sfidano la mia razionalità. La voglia di mare, la voglia di lei e altre mille voglie affondano nell'asfalto sciolto dall'afa umida milanese. Il problema dei soldi è una corda silenziosa alla caviglia che ogni tanto mi strattona. Quando non gli do spago allora ecco che mi butta a terra e inizia a tirare verso il fondo. Sempre presente, in maniera più sostanziale e radicata nelle vecchie tubature anni '70 di questo residuo di casa. Mi strizza l'occhio ogni volta che devo svuotare il lavandino dal sifone dopo aver lavato i piatti. Mi ricorda ridendosela che dovrò aprire il pozzetto prima o poi, quando ne avrò il tempo. Si è alleato da tempo con l'impossibilità di condurre una vita normale ogni volta che dopo la palestra del portare i vestiti in lavanderia mi fa notare quanto male siano lavati, ma più semplicemente diviene rognoso e fazioso un giorno su tre, quando finisce la ricarica telefonica e mi fa notare:"dovresti cambiare contratto, informarti su queste cose, capire quanto pagare" Ogni tanto mi offrono da fumare e subito mi sale una lecca che mi rivolta il cervello, mancanza di abitudine, dopo pochi minuti che sono fatto solitamente mi sembra di essere lucidissimo, distaccato dai sentimenti, mi sento a casa. Penso a quanto sia sbagliato drogarsi per disperazione, a quanto sia bello farlo per piacere, a quanto poco io sia moderato se non mi drogo, al fatto che cazzo, stavo meglio prima, quando fumavo, poi il problema dei soldi mi strizza l'occhio di nuovo.