lunedì 28 novembre 2011

Sogni e incubi

Bleu, "Operato ha avuto la faccia nera un mese e mezzo".
Pubblicità di rhianna, motociclette, dici bamba e cambiano argomento, dicono soldi e da dietro ti dicono bamba.
Serie difficoltà, sono sveglio ora o lo ero prima?
Vado nella stanza di questo ragazzo, non capisco chi è, se lo conosco, mi pianta una siringa nella mano in preda ad una crisi di pazzia, vado a parlare con i genitori, che mi dicono di quanto sia cambiato da quando è seriamente tossicodipendente, io li ascolto, assecondo ed accompagno fuori lui, ma in realtà mi faccio anche io, anzi, sono ad uno stadio avanti al suo; mi chiedo come facciano a non notare le mie parole impastate e il down che mi accompagna.
Lui rompe il cazzo in macchina, minaccia la guida, allora chiamo i suoi e dico di legarlo al letto, sto tossico dimmerda.
Credo mi ripianti una siringa nella mano, ma al massimo contiene le sue malattie di merda, niente di più.
Non ho più una lira, raggiungo mia madre, che non mi da abbastanza, a questo punto rifletto sul fatto di avere un autonomia di poche ore, poi una nuova dose per forza, che sono spaccato niente male, credo di aver iniziato per smettere di bere.
Tiro giù la maschera e dico mamma, questo è quanto, o mi date i soldi per le dosi, o mi aiutate a curarmi, lei fa un discorso di cui non mi arriva una parola, poi mi sorride e mi dice che mi vuole bene, questo è quanto, e mi lascia nel mio inferno.

Mi sveglio di merda, ho ancora dolori renali, devo ammettere di svegliarmi bene non più di un paio di volte al mese.
Per i primi dieci minuti sono ancora nel sogno, penso a come rimediare ad una crisi d'astinenza; poi mi sveglio anche di cervello, ho confidato negli altri senza mettermi sveglie, ovviamente perderò il treno comunque.
Arrivo in cucina con un quarto d'ora utile per uscire di casa (colazione vestiti lavaggio valigia), mi ma mi fa:"Prendi l'alta velocità" io gli dico che costa, lei dice che potrei concedermelo, le faccio notare che così rimarrei con 6 euro un tasca.
Mi da tutti i soldi che ha nel portafoglio. Esco dalla cucina che il treno è partito da 5 minuti, mi accomodo nella mia stanza col cervello ancora un pò cotonato. Solo in casa. Metto sopra un altro caffè, accendo una cicca e valuto di arrivare verso le 3/4 a milano. Motivazioni rivestite di calcare. Stomaci da cambiare, autobus da dimenticare.
Ah, firenze, ti faceva proprio fatica eh?
Mi sento un pò come un sacco vuoto, e a a periodi può succedere, ma si sa che la tecnica non la vede da questo punto di vista.