martedì 8 gennaio 2008

anuselessstory, quattro (pt.4)

-La storia che segue fa parte di una serie di storie ed è l'ultima puntata, la definitiva, qualunque riferimento a qualunque cosa è del tutto casuale.-
-Questa storia doveva durare sette puntate, o al massimo tre, o al massimo ancora dodici, insomma, un numero decentemente simbolico ma cazzo, manco ho riletto il resto eppure voglio far finire tutto qui.
Qualche giorno fa ho fatto una riflessione che puntavo proprio a questo numero ma non sono in grado di ricordare tutto, avevo in mente un finale per la storia ma me lo sono scordato... lo sapevo che se non lo scrivevo subito andava tutto perso tra sinapsi e sinapsi...
Quattro comunque è un gran bel numero se ci pensate, scegliete il cielo, il denaro o l'amore?Scelgo la quarta opzione.Scegliete il padre il figlio o lo spirito santo?altro.Scegliete il nichilismo, la vita di carriera o l'estetismo?altro.Ateo, credente o agnostico?Altro.
Insomma, ai problemi cardini della vita, a un numero sacro se ne propone un altro che non viene mai tenuto in considerazione anche se è subito dopo.Questo numero è "l'alternativa ultima". -


Lui mi guarda e tira un ghigno nella mascella chiusa.
Poi dice che va bene ma pensandoci bene è una cosa da valutare e alla fine rinuncia all'idea.
Qualche decina di minuti dopo sono alla stazione, da solo.In realtà sono circondato da un sacco di persone fisicamente ma in quel luogo sono comunque solo.
I treni sono tutti in ritardo.
Strano penso.
Questi gli effetti della privatizzazione.
Accendo una sigaretta stanco e provato da un pò tutto quello che mi è successo nell'ultima serie di mesi.Mi girano i coglioni e butterei tutto nel cesso.Ormai in dio non ci credo più da un bel pezzo, e mi sono sbarazzato anche di ideologie come credere di star bene trovando qualcuno con cui si stà bene o che coi soldi si stà bene sempre, ultimamente credo anche che non servono allo scopo manco con le droghe(sono solo esperienze conoscitive).
Tutte queste sono cose che vengono dopo.A parte dio che non viene proprio, o meglio, dio sei tu e il mondo, non esiste in pratica.Io sono il mio dio e il caso insieme a me che scrive e precisa la mia vita nel momento in cui accade.
Se stai bene, penso, stai bene di per te.
Devo solo riuscire a stare bene senza nessun ausilio penso, mentre mi entra il fumo nei polmoni.Forse ora che mi sono liberato di questi pesi, potrò volare via.Il momento è uno di quelli dove ti senti il cervello folgorato da una luce che però lo brucia anche passandoci in mezzo e quindi ti senti un pò un coglione.
Forse hai trovato qualcosa penso nella testa, ma la via da seguire è da seguire, non da vedere.
Mi sento ancora più coglione, butto via la sigaretta e salgo di nuovo sul mio fottutissimo dannato treno e forse con la dovuta lucidità oggi a qualcosa è servita.In cuor mio me la rido.

-La storiella finisce così, scritta come da un bambino di cinque anni -

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Il protagonista credo ignori l'insufficienza di ogni persona a se stessa...

1:29 PM  
Blogger An Useless said...

il protagonista è il dio di se stesso, caso et lepri a parte...
(se credi nella tua insufficenza, mi dispiace ma sei messo/a male, dovresti fare un pò di psicologia positiva)

9:06 AM  
Anonymous Anonimo said...

Mah... credo nell'insufficienza dell'uomo a se stesso, si... ma se tu, invece, credi nella tua sufficienza, spiegami allora l'insorgere della noia... la noia, a parer mio e per quel coglione cristiano di Pascal, è la prova dell'insufficienza dell'uomo per sè...

1:32 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ah, e un'altra cosa... Anch'io mi reputo dio di me stessa (in quanto decido io il senso della mia vita), ma sono sempre una persona, un animale che per quanto perfetto possa sembrare è sempre "danneggiato" dal caso della sua storia evolutiva...

1:34 PM  
Anonymous Anonimo said...

Sono d'accordo. Anche perché essere dio di se stessi non comporta necessariamente la sufficienza. Un dio finito e insufficiente forse sarebbe migliore e più comprensibile, e quindi più facilmente superabile. E dato che ce lo creiamo da soli, facciamocelo come si deve! E penso che concepire la vita come un "infinito" superarsi non sarebbe affatto male. E sia benedetta la noia se ci da l'opportunità di capire tutto questo!

2:34 PM  
Blogger An Useless said...

fondamentalmente il caso e tutta l'altra merda ti rubano parte nel tuo processo di gestione della vita, fino a disilluderti e allora anche tu diventi nemico di te stesso.
diciamo che questo conclude il mio pensiero riguardo all'argomento.

8:15 PM  

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