venerdì 20 febbraio 2009

Racconti di ordinaria fattanza/sfattanza/disfattanza pt.2

TRIP DA SUPERMERCATO
Qualche anno fa, le prime esperienze erano state fatte, anzi, i primi "esperimenti", come si osava chiamarli.
X trita con un batticarne, Y trita con un batticarne.

Qualche momento prima, ipercop di gavinana:
L'acquisto viene fatto senza pensarci troppo, pochi spiccioli a testa ed ecco che hanno i loro barattolini di noce moscata.
Arrivati a casa:
"Qui dice che oltre i venti grammi è tossica, ai trenta invece arresto cardiaco"
Le faccie dei due ragazzi sono sorridenti e beffarde, non si può credere troppo a una cosa simile, ma entrambi tritano i loro sedici grammi(ricordo bene?) di noce moscata.Sono una confezione, circa tre noci grosse o quattro piccole, a scelta.
"Fa proprio cagare questa roba!"
"Sembra di mangiare legno!"
Non fa effetto... i due ragazzi se la svarionano su da farsi... niente effetti, prendono e sono in s.marco, un piccolo colpo di calore fa pensare a entrambi che sia salita, ma niente, concordano sull'autosuggestione... quattro chiacchere, forse una birra, a fumare cicchini... poi boh, niente...
X allora si ricorda di una cosa... "Mi sa che l'effetto comunque sale dopo un pò..."
"Si, ma dopo quanto?è passato un bel pò di tempo..."
"Vabè, andiamo a casa mia, controlliamo su internet e se vediamo che doveva già salire bona, a letto..."
Arrivano a casa e subito guardano al computer, la botta in teoria, per quella quantità, sarebbe salita dopo circa una quarantina di minuti, a un pò d' ore dall'assunzione.Allucinante pensano, ma non ci credono troppo, si danno il tempo di un lampredotto a bellariva per vedere se questa cazzo di palata sale o no.
"Due lampredotti, completi"
Y guarda il lampredottaro al lavoro, si sente un filo euforico, strambo, sorride, ghigna, guarda il compare, il compare sorride.Sta accadendo qualcosa.
"Mi sa che alla fine... le noci.. boh" fa Y
"Boh, non lo so.."Fa X
"Ok, ci sta che sia salita.."Fa X ridendo.
Salgono in macchina, la magica ka azzurra è pronta, i panini divorati, ghignano e sogghignano, la fase euforica iniziale tipica di ogni allucinogeno:
"Hahaha mi sembra che cazzo, alla fine ha funzionato... vedi, dicevi che erano tutte puttanate... alla fine..."
Y ride dando così approvazione.
"Andiamo da me, prima che salga del tutto"
La camera di X era una mansarda piuttosto alta, con poster punk rock ovunque, un letto che aveva ospitato i due ragazzi dopo sbronze e palate immani, un tavolone di quelli tipo tavoli da uffici davanti al letto, un armadio sulla destra con accanto ampli, e un mobiletto lungo in qualche stile color mogano scuro, o forse mi sbaglio sul colore, comunque sopra c'era tv, cd, lettore cd etc etc, ed era legno scuro.Un basso elettrico con adesivi vagheggiava in giro per la stanza.Le sgorate di sperma di qualche scopata erano rilevabili sul copripiumone.I due si piazzano a letto, sdraiati, l'uno accanto all'altro.
Qualche "dahane, mi sembra di essermi fatto venti canne", "si alla fine tranquillo, come essersi fatti venti canne.." venne scambiato in mezzo ai discorsi.La problematica era la durata dell'effetto della sostanza: più di un giorno.
Avendola assunta increduli e dopo, una volta metabolizzata, aver letto della durata così prolungata degli effetti, non potevano far altro che accettarlo e stare al gioco.E in fondo la cosa pareva anche divertente.Dopo aver stronzeggiato un pò, ecco che il manifesto dei pirati attaccato sul lucernario, o forse a quel tempo un poster dei ramones, si, un poster dei ramones, si fa più brillante, e tutto intorno si fa più brillante.Le alterazioni dei pensieri si fanno un minimo rilevanti, ai due ragazzi sembra di essere calati un filo a spasso nel tempo, un tempo un pò indefinito.Un tempo forse come quello dell'adolescienza stessa.E loro ci erano dentro in pieno, nella parte più integra e meno realista del sogno:il viaggio del qui ed ora.A quel tempo non si facevano torte del tipo "cosa diventerò da grande" o "cosa sarò da vecchio", "vecchio non ci arrivo" e "live fast, die young" erano più o meno le prerogative.X sosteneva che la fase attiva della vita era la prima fase, dopo era solo un pagare le conseguenze della prima fase, caratterizzata dallo sfaldarsi del corpo e dalla mente, rinchiuso in qualche ospizio o comunque in condizioni disastrose.Y pensava che avrebbe sfondato facendo un qualche nuovo genere di musica, chiaramente insieme a X e dopo aver lasciato il segno in questo mondo inospitale, con qualcosa da dire, agognava di coronare il suo sogno di morire di overdose di eroina.Tutti e due bene o male avevano lo stesso sogno.Forse si aspettavano di arrivare un filo dopo i trenta, e X che odiava gli aghi, si sarebbe tenuto il privilegio del buco solo per il suicidio.A dire il vero erano già sull'orlo dell'abbandono di questa fase di pensiero caratterizzata da un gruppo punk "che avrebbe dovuto riunirsi al più presto" e serate al cpa sbronzi a pogare e fumare qualche canna.
Ma torniamo a quella sera.Le cose iniziano a farsi strambe nella stanza, e il sonno non è una cosa contemplata dai loro corpi sotto l'effetto di questa spezia inaspettatamente allucinogena.
E' mattina, e i due sono in balia piena degli effetti della droga, che sale come molte droghe a onda, con picchi di altezza e altri bassi rasenti alla sobrità.Se non ricordo male, andarono a fare colazione al bar nella piazza dietro casa di X.
Il resto del pomeriggio dopo un pranzo sogghignante, rigorosamente portato in camera per non far vedere le condizioni alla famiglia, consumato in fase inebetita e allucinata viene intrapreso a scialo.
Nota dello scrittore:Scusate le difficoltà a ricordare questa storiella inventata, probabilmente passaggi hanno avuto prolemi, e la scrittura è alquanto scrausa, ma la seconda boccia di vino inizia a farsi rilevante, per non parlare poi della problematica relazione che lega la memoria al consumo abituale di thc...
Comunque dicevamo, sono in camera, e qualche canzone viene sparata dal lettore, forse i primi pezzi di elettronica che i ragazzi si ascoltavano, forse erano già per uscire dal concetto di live fast?No, cazzo, erano in elettronica piena, quella dei viaggi sonori finemente eleborati, flim e come to daddy remix(terza canzone dell'ep)hanno suonato di sicuro.Fattostà che entra la madre del ragazzo che ha messo la casa, l'altro ha già avvertito la sua che arriverà a casa per cena, il giorno prima, quando ha avvertito anche di dormire fuori ed ha potuto con un sorrisone sentire la serana morbidezza del materasso senza paranoie di chiamte inopportune.La madre guarda i due ragazzi:"Ma quante canne vi siete fatti?"
X:"Nessuna!"
"Seee"
E la madre se ne va... la verità a volte è poco comprensibile.
La botta ondeggia tra i suoi alti da allucinazione, i suoi bassi da quasi sobrietà e i suoi medi da "come essersi appena fumati 20canne tutte di fila"
Le facce dei due sono strafalciate.Decidono di uscire e godersi la bella giornata.Il lungarno offre buoni spunti per passare il pomeriggio allucinati, sdraiati sulle pietre, con il clima non troppo caldo primaverile, si guardano intorno.Il paesaggio ricorda quello dei film anni settanta, la pellicola è sbiadita e i colori con la saturazione scombinata, sull'acquerello.Sono proprio sulle pietre che poi pian piano entrano nel fiume, e una serenità di natura rubata alla città entra nel cuore come un amore che fondamentalmente è sempre stato presente in un qualche angolo della condizione umana.
"Sembra di essere.... ... in uno di quei film... .. hai presente, film vecchio stile, italiani... con le pellicole rovinate... quei colorini..."
La luce come in una fotografia sovraesposta definisce le parti di bianco, e i colori sono come acquerelli sfumati.
X annuisce coprendosi gli occhi dal sole.
Dopo un bel pò la botta si fa raccattabile, sembra scendere.
I due ghignano e rantolano, un pò sconvolti e provati, poi si salutano.
"Bona, a domani"
Y in motorino sente un risalire della palata, e vede un certo Z, fa un giro per s. Lorenzo e il suo amico mica ci crede alla storia della noce moscata.. pensa sia una stronzata.. Y è un filo nervoso al pensiero della cena in famiglia mezzo allucinato.. Però vabè, la botta sembra calare, poi comunque è bassa ormai, mezzo si convince che è autosuggestione, e allora verso l'ora di cena è a casa.
Verso fine cena, sente un filo, un ondina di risalita, e dopo, stanco morto a letto, l'ondina va sulla sua ultima cresta, e la stanza acquisisce un che di poesia, di unione universale, ma fievole, poi sta solo dormendo, come tutti, di notte.

1 Comments:

Blogger An Useless said...

dopo aver superato i problemi del bere e del ri-bere, il problema è non bere

12:50 AM  

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