domenica 8 novembre 2009

Non so cosa ci sia alla base del nichilismo, le punte però si vedono chiare.
Pensare che l'unica cosa che mi da immediati riscontri dei danni sono le sigarette ed è quello che non riesco a fare a meno di fare, più di ogni altra cosa.
Ju si sta vivendo l'adolescenza (con un discreto ritardo) e oltre a farsi le cannette e le sboccate da tredicenne si è ora presentato con una capigliatura di colorazione variabile: un blu venuto male.
Maag che glielo dicevo io un anno fa che dovevo fumare prima di dormire, oggi che fumo poco mi dice che lui pur di dormire si fuma una varietà di ganja legale, senza thc.
Gh invece è al solito perso in se stesso e fa battute al solito di mentalità piuttosto nordica.
A casa c'è un whisky di pessima qualità e Zu che è di sinistra ma della sinistra bene che torna a casa in taxi e compra due pezzi a sera stasera non c'è quindi niente bertè.
Ognuno ricalca qualche cosa.
Forse suo padre, o forse un misto, o forse semplicemente si rapporta al modello genitoriale in qualche modalità seguendono le orme o mettendosi in contrapposizione.
Io dal mio canto avendolo dovuto salutare da un pezzo mi ritrovo che al massimo compro la sua marca di sigarette una volta l'anno.
Senza due ganci qui non la svolta nessuno, e l'inserimento adeguato nel sistema è una cosa che richiede una sorta di rito di rinuncia alla personalità individuale per quella professionale, o almeno così sembra, e tutti quelli che han capito questa cosa o che ci sono troppo dentro ne risentono.
Più che altro chi c'è troppo dentro, perchè io che sono alla fine uno stronzo qualsiasi, tra l'altro senza ganci, capisco il valore della professionalità ma non posso fare altro che tenermi la cazzo di vita(pur decidendo di svolgere le cose che mi interessano verso quello che dovrebbe essere il professionale), che per quanto sia fonte di tante cose non tutte positive, alla fine è sempre la mia unica fonte diretta.
Probabilmente arriveremo tutti a una certa che dovremo soppesare i danni che ci siamo inflitti e convivere con le conseguenze generate fino al resto della vita, o non avremo questo privilegio.
Vedere mio nonno che mi chiede quattro volte nell'arco di mezz'ora cosa studio, che poi scoppia in lacrime è forse solo legato al fatto che per quanto lui stia concludendo, può comunque vedere di aver generato e che quello che ha generato ha rigenerato.
In questa emozione coesiste certo anche il fatto di essere vicini alla fine, ma mi piace pensare, e credo sia così, che per quanto si possa dire rincoglionito, abbia una serenità di fondo data dall'aver avuto una vita alle spalle.
Ecco, io voglio avere una vita davanti, averla quanto basta, che non mi inculi i sogni troppo in fretta.
Sono le quattro del mattino, e fuori piove.