venerdì 25 marzo 2011

Ed era oggi

E scrivo ma non so scrivere, vivo ma non so vivere, parlo senza saper parlare.
La vita mostra il suo lato più grottesco, nuda e cruda.
La morte si palesa con cadenze differenti, e non dico che ci si fa l'abitudine, ma ci si fa l'abitudine.
Tutto quanto sembra già usato, poco magico, poco divertente, un pò mangiato.
Nutrendomi mi me stesso, lascio la sfida dell'espressione, gareggiando senza gareggiare.
Nella foto di una strage faccio caso solo alla sezione aurea e alla successione delle ombre.
La miseria e le possibilità confinate in dettagli tecnici.
Il futuro annebbiato da retaggi di struttura sociale.
E non pensavo che l'avrei mai detto, ma non mi importa molto manco di scopare.
Non mi importa neanche dei paradisi artificiali, o delle nostalgie.
Nè di guarire dalle mie malattie.
La miseria della mortalità mette a fuoco la nostra piccolezza.
Sono un pò come uno straccio stanco, ma vado avanti.
Le macchie sui miei denti testimoniano l'usura.
La mandibola digrignata l'insistenza.
Goffamente i polmoni aprono alla vita orizzonti catramati.
Non ho risposte per rispondermi al come sto, e vado avanti.