venerdì 19 dicembre 2008

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Via!_La capsula di caffè entra in circolo.
Sui fornelli sfrigola qualcosa.La carne?
Cricolari, senza volto, suoni taglienti solcano il pianale che passa per la liena che congiunge i timpani.Onde oniriche così grandi da erodere i limiti dell'immaginario.Assordante.
Mai mangiato pasta e?Scatoletta.Tonno.Fili disillusi si attorcigliano a vecchie fronde del pensiero.Lucida e precisa la macchina utensile col suo metallo taglia roboticamente il blu e verde. Colori morbidi e poesie oggettive senza simboli sfumano nelle sfoglie della memoria.I circuti continuano a far circolare.Con e senza Thc salta il tarlo dei pensieri vuoti.Il bambino avrebbe preferiva il velluto sul muschio e gli insetti nei prati.Preciso è il macchinario inorganico.Gli spazi si restringono e gli occhi intorno, insani?Asettico.
Qualcuno è partito senza biglietto, oltre le colonne.
Farfalle di zucchero caramellano la pelle nell'industrustria delle torte, farfalle che tengono lontane le camicie e vicini gli anni.Che portano oltre e lontano.Ma la macchina sociale è vicina e concreta.Qualcosa è annebbiato.Arriva come della musica poppettina da una festa alla quale poi non sono andato, mangio.
L'elefante azzurro ride, gli faccio l'occhilino e apro la scatola.Piatto a mezzo.Caffè, piena lucidità, mal di schiena, mente mezza apatica.Due, lavoro di cartine corte.La colonna vertebrale sente la gravità e spinge verso fuori, colpa del mio letto di merda.Sedia squadrata, dura.Tv bella spenta. Le casse integrate dicono che la gente è strana.In questa città fa troppo freddo, uscire brina ma fa lo stesso, tardi?