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Via!_La capsula di caffè entra in circolo.
Sui fornelli sfrigola qualcosa.La carne?
Cricolari, senza volto, suoni taglienti solcano il pianale che passa per la liena che congiunge i timpani.Onde oniriche così grandi da erodere i limiti dell'immaginario.Assordante.
Mai mangiato pasta e?Scatoletta.Tonno.Fili disillusi si attorcigliano a vecchie fronde del pensiero.Lucida e precisa la macchina utensile col suo metallo taglia roboticamente il blu e verde. Colori morbidi e poesie oggettive senza simboli sfumano nelle sfoglie della memoria.I circuti continuano a far circolare.Con e senza Thc salta il tarlo dei pensieri vuoti.Il bambino avrebbe preferiva il velluto sul muschio e gli insetti nei prati.Preciso è il macchinario inorganico.Gli spazi si restringono e gli occhi intorno, insani?Asettico.
Qualcuno è partito senza biglietto, oltre le colonne.
Farfalle di zucchero caramellano la pelle nell'industrustria delle torte, farfalle che tengono lontane le camicie e vicini gli anni.Che portano oltre e lontano.Ma la macchina sociale è vicina e concreta.Qualcosa è annebbiato.Arriva come della musica poppettina da una festa alla quale poi non sono andato, mangio.
L'elefante azzurro ride, gli faccio l'occhilino e apro la scatola.Piatto a mezzo.Caffè, piena lucidità, mal di schiena, mente mezza apatica.Due, lavoro di cartine corte.La colonna vertebrale sente la gravità e spinge verso fuori, colpa del mio letto di merda.Sedia squadrata, dura.Tv bella spenta. Le casse integrate dicono che la gente è strana.In questa città fa troppo freddo, uscire brina ma fa lo stesso, tardi?
Sui fornelli sfrigola qualcosa.La carne?
Cricolari, senza volto, suoni taglienti solcano il pianale che passa per la liena che congiunge i timpani.Onde oniriche così grandi da erodere i limiti dell'immaginario.Assordante.
Mai mangiato pasta e?Scatoletta.Tonno.Fili disillusi si attorcigliano a vecchie fronde del pensiero.Lucida e precisa la macchina utensile col suo metallo taglia roboticamente il blu e verde. Colori morbidi e poesie oggettive senza simboli sfumano nelle sfoglie della memoria.I circuti continuano a far circolare.Con e senza Thc salta il tarlo dei pensieri vuoti.Il bambino avrebbe preferiva il velluto sul muschio e gli insetti nei prati.Preciso è il macchinario inorganico.Gli spazi si restringono e gli occhi intorno, insani?Asettico.
Qualcuno è partito senza biglietto, oltre le colonne.
Farfalle di zucchero caramellano la pelle nell'industrustria delle torte, farfalle che tengono lontane le camicie e vicini gli anni.Che portano oltre e lontano.Ma la macchina sociale è vicina e concreta.Qualcosa è annebbiato.Arriva come della musica poppettina da una festa alla quale poi non sono andato, mangio.
L'elefante azzurro ride, gli faccio l'occhilino e apro la scatola.Piatto a mezzo.Caffè, piena lucidità, mal di schiena, mente mezza apatica.Due, lavoro di cartine corte.La colonna vertebrale sente la gravità e spinge verso fuori, colpa del mio letto di merda.Sedia squadrata, dura.Tv bella spenta. Le casse integrate dicono che la gente è strana.In questa città fa troppo freddo, uscire brina ma fa lo stesso, tardi?
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