giovedì 25 giugno 2009

Stanze

Fisso le pagine di questo libro. Con aria impegnata, per giunta. Come se fosse la cosa più importante al mondo. C'è tutta un infinita gamma di attività, di stimoli, di vita, fuori da questa stanzetta di 3 metri per tre, ingombra di libri, enciclopedie e volumi vari. Puoi respirare un profumo di fiumi di parole e claustrofobia, qui. Di solitudine e cultura. Posso sembrare una specie di asceta. Un recluso totale, in nome del sapere.
Una sola lampadina ad illuminare il piccolo tavolo sommerso di carte, posizionato al centro della stanza. Ed io, esile e gobba figura, seduto al tavolino, su una vecchia sedia di vimini.
Alzo lo sguardo dal libro e fisso un imprecisato punto sopra la porta davanti a me. Mi fermo a riflettere. Roteo leggermente la testa, guardo i volumi che mi circondano, tutte quelle persone, migliaia, che attraverso un foglio e una penna nel corso di questi miei anni di esistenza mi hanno detto qualcosa, mi hanno narrato storie, mi hanno raccontato il mondo. Hanno cercato di farmi vedere fuori da questa stanza, fuori dalla mia testa. Voglio dire, conosco a menadito i riti tribali delle culture maya, ma non sono mai stato a più di 20 km da casa mia. So tutto sull'antica Grecia, sui miti e gli dei, ma non sono mai uscito dalla provincia del mio paese. Eppure so cose che la gente "normale" nemmeno immagina. Ho tutto nella mia mente, parola per parola, descrizione per descrizione, immagine per immagine. Ho "visto" tutto.
Apro il cassetto del tavolino, ne tiro fuori un flaconcino arancione. L'etichetta dice "Ritalin. Metilfenidato". Ne tiro fuori due pasticche bianche, rotonde, perfette. Le mando giù con un bicchiere d'acqua.
Torno a fissare il nulla. Ma mi sento già un po' più carico ed attento di prima. Rifletto da un altro punto di vista ora. Possibile che io stia perdendo qualcosa, così? Esisterà qualcosa che queste migliaia di teste a convegno che formano la mia personale biblioteca non riescano a spiegarmi? Qualcosa che le parole non possono descrivere? Ne le fotografie?
Un ondata di panico viene fermata all'altezza dello stomaco dall'avanzare dell'effetto del Ritalin.
Chino la testa sul libro. Non lo voglio sapere.

S