lunedì 21 maggio 2007

Supposizioni sull'origine dell'alfabeto italiano

L'attribuzione dell'invenzione dell'alfabeto è da collegare ai fenici, ma come mai certe lettere hanno certi nomi?

(mi pongo questa domanda e faccio supposizioni semplicemente perchè non mi sono informato, o forse perchè è solo uno svarione di stamattina, non avevo un cazzo da fare...
Sono pienamente cosciente del fatto che la nostra lingua ha principi fonetici diversi da quelli di altri paesi e questo come i gusti o gli stili artistici tradizionali, le cose e gli eventi sono condizionati dal luogo in cui si verificano e con questo giustifico la mia supposizione basandomi su una logica(???) appoggandomi alla nostra cultura occidentale e soprattutto italiana)


Ecco che avanzo un'ipotesi forse del tutto astrusa.
Le lettere A, e ,i ,o ,u, insomma, le vocali, forse risultano foneticamente concluse, quindi si chiamano rispettivamente con la loro lettera poichè basta per fare un suono concluso e stabile.
Presupponendo che le lettere dell'alfabeto sono i fondamenti della nostra lingua, allora viene naturale concepirle come pilastri compiuti e stabili, suoni che diano idea di sicurezza.
Altre lettere, non sono stabili di per sè come suoni, quindi hanno bisogno dell'appoggio di lettere concluse poichè abbiano un nome che generi un suono che possa fare da pilastro(sempre riferendomi ai pilastri della lingua italiana).
Bi, ci, di, gi, pi, qu, ti, vi, sono lettere che hanno un'inizio ben stabile come suono, ma non risolutive, quindi sentono il bisogno di un'elemento in cui risolversi, producendo così un'espressione acustica conclusa.
Effe, elle, emme, enne, erre, esse, sono lettere di passaggio, quindi il loro nome ha come iniziale una lettera che rappresenta un suono concluso in se per se e lo utilizza anche come finale, mettendo al centro della parola la lettera a cui dare il nome, due volte per rafforzare e renderla quindi più rappresentativa.
Acca, è un caso a se essendo una lettera impronunciabile, e il suono prodotto dal nome della lettera è una sorta di emulazione semplificata dal suono che deve rappresentare, sempre però mantenendo forti le lettere iniziali e finali.
Zeta è anch'essa un'eccezione, e il suo nome inizia con lettera che deve rappresentare e finisce con la prima lettera del'alfabeto, come a concludere un ciclo.

(sono cosciente anche del fatto che per avanzare una qualsiasi ipotesi di questo tipo, bisogna avere fatto qualche studio di latino o studi sull'acustica e le onde sonore, ma a me è sempre piaciuto fare i compiti senza studiare, e seza alcuna presunzione, riconosco infatti che è solo un'ipotesi a logica fatta da un'ignorante sull'argomento... se qualcuno sa la vera risposta alla nostra domanda è pregato di contattarci, verrà pubbliata sul blog...)

_Force

2 Comments:

Blogger An Useless said...

bella torta forcello...non so come mai ma ho un vago sentore che per farti arrivare a questi svarioni ci sia voluta la lieve spinta del dott. Hoffmann...
non so il perche`....

Simo

7:31 AM  
Blogger An Useless said...

e qui ti sbagli!
tutta farina del mio sacco(e qualche aiuto dall'amico tetraidro che ormai mi accompagna sempre...)

10:17 PM  

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