mercoledì 9 luglio 2008

Chiariamo subito una cosa:Elite.
Dopo la prefazione possiamo addentrarci nel post.

La suddivisione del testo seguente è organizzata in vari racconti post pranzo* che naturalmente tenderanno a smostrare data la mia incoerenza in qualcos'altro.
*post pranzo:Vedi quel momento in cui sei troppo stanco per stare sveglio e troppo pieno per dormire.

La fiera delle ovvietà.

Vecchi, nella sala d'attesa bianca con disegni di piante medicamentose alle pareti.
Su un foglio di carta per fotocopie attaccato con lo scotch trasparente alla porta il nome di un medico e così anche sulla porta accanto e via dicendo per le tre o quattro che ci sono ai lati della sala.
Bumch, pulsa il sangue nelle vene per l'attesa, noia, tempo, vita, tutto nel cesso per questi minuti e si passa alla mezz'ora quando viene superata la porta si apre per l'enesima volta ed entro.
Difficoltà respiratorie si, fumo si, vivo in posti polverosi si, faccio lavori polverosi, si!
Davvero?Non devo fumare, vivere in ambienti polverosi, fare lavori polverosi?
Il medico è un pò come una cartomante.
Sai già quello che ti avrebbe detto ancora prima di andarci.
Incompetente.
Se dovessi morire mi direbbe le cause ma di certo non mi salverebbe.segnale analisi e un farmaco.Ma non ha nessuna supposizione,come al solito.
Oh!Quanto il mio medico non medita.


Secondo racconto a strafalcioni.

Cazzo, dio infame, porco.
Pagine con scritte numeriche, quello che ci hanno lasciato gli arabi di buono oltre al kebab?
Sono sudato e stancato dal caldo.
Guardo giù per terra eccheccazzo.
Visioni sullo schermo al led.


Terzo racconto tirato via.

La buona conclusione di una storia non stà nel terzo capitolo, ma non ci può essere un quarto senza tempo, la quarta dimensione che cos'è se non il tempo?E senza la quarta non c'è moto e allora anche tutto quello quello che sta nelle altre tre dimensioni perde di significato per noi che viviamo a quattro, e niente significati per chi ci vede dalla quinta.

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(celebralmente scosso