sabato 27 dicembre 2008

tempi senza scatole

-Entri l'imputato!-
Gluglgugluglu, bollicine vengono frammentate dal diffusore nell'acqua del roor.
-Un ultimo tiro eminenza-
-E sia-
Svarione di una decina di secondi, pronto.
-Non sono gli alberi ne le piante a processarti, non sono i metalli nè il fuoco, nè la terra nè l'acqua, siamo noi, noi fruitori come te.-
-Qual'è l'accusa?-
-L'accusa è la tua ostinazione, non ti sei accontentato di togliere il tuo mattone dal muro, di sbirciare oltre, vuoi integrare la curisoità delle scoperte nella tua vita, l'imprecisione di queste è inaudita, il nuovo è sconosciuto e noi non ci possiamo fidare.Parola agli accusanti-
-Fuma senza filtro e legge senza occhiali!-
-Sogna senza dormire e non calcola il tempo-
-Non sa neanche che giorno è oggi!-
-La pena è stabilita, la pena è l'accusa-
Scrosciano le coperte vuote, il soggetto si gira e vede il cielo grigio.
Come sono belle le nuvole, potrei dipingerle?
Confusione catatonica.Altro giro della ruota e stavolta esce "dottore".
-Dottore, dottore, io di lei non mi sono mai fidato, ho deciso di curarmi da solo-
-Lei si è mai chiesto se è in grado di sapere cosa assume, sig. paziente?-
-Lei si è mai chiesto se è in grado di conoscermi, sig. dottore?Io non sono in grado di conoscerla.._
Pena capitale.
-Rabbia e nichilismo, sigarette e instabilità, fango e neve, prendersela con chi ti vuole bene, ecco la pena che ti sei inflitto per la tua incapacità di vivere e per non esserti accontentato, sopravvivere poteva essere sbalorditivo, oltre cosa c'è?-
-Non lo so, sig. giudice, lo sto cercado-
-Non ti sei voluto accontentare, hai voluto segure quelle voci nella testa, quelle che mirano a sfidare l'insfidabile, hai voluto andare dove il sole non sorge mai e dove i tramonti non esistono, ma ricorda che il mondo materiale ha il giorno e la notte, tu vivi nelle ore e nei giorni-
Ritorna il dottore.
-Il mio paziente è inaffidabile, non è ciò che fa, è imprevedibile e mutevole, propongo l'esilio.-
-Esilio dove?dove volete mandarmi?-
-Via-

Dorme.
Nella realtà onirca corre e arriva nel bagno di un enorme edificio.
-Vendete piercing?-
-Si-
-Volevo comprare questo, ah, poi mi bucheresti sotto gli occhi?entrambi-
Gli aghi entrano uno alla volta e i buchi vengono riempiti da stanghette gommose con alle estremità palline metalliche.
Il soggetto si allontana verso il corridoio principale dell'edificio grigio, nel cunicolo c'è un corrimano bianco.
-In ritardo anche oggi!-
-Scusi, ho avuto un contrattempo, mi si è rotto il mezzo..-
-Si,si, vabbè, al solito, poi faremo i conti-
Gli occhi prudono, aste gommose sfilate, borse nuove di zecca sotto gli occhi.
-Volevo sapre dove andrà a parare questa volta, professore?-
-Da nessuna parte-
Si chiudono le porte dell'edificio,blindato, il soggetto esce dalla finestra.
-La situazione è sotto controllo sig. giudice?-