lunedì 12 aprile 2010

A Claudio piace fumare.
Ci ha messo un pò a capirlo, ma non è che gli piace fumare in se, si, il gesto... e tutto il resto... ma è quella sensazione di mancanza di ossigeno provocata da due o più sigarette di fila che lo droga.
Certo, non sempre ne fuma così a ruota, con gli altri no di certo.
Da solo però steccherebbe un pacchetto in due ore.
Ed eccolo la, nell'angolo della stanza che consuma tabacco.
Dall'altro lato c'è Ambra, ragazzetta bene rimasta mezza sotto dalle paste.
Ancora molto bella, i segni si vedranno sul volto col tempo.
Ora come ora sembra di porcellana, con la faccia un pò segnata, ma nulla di tragico.
-Dobbiamo uscire a comprare dei limoni! Sono l'unica soluzione!-
Nessuno si cura degli sbazzi del ragazzo che è convinto di dover disinfettare tutta la parte interna del suo corpo.
Lucinda tocchiccia Ambra, così come se nella stanza non ci fosse nessun altro.
A Claudio fotte poco, praticamente è in acido da ventiquattro ore filate.
Non ha assunto niente, è stato un lampo, un richiamo, un apertura delle porte del sè.
Una sperimentazione di qualche tecnica particolare di concentrazione o roba simile che probabilmente non è stato in grado di gestire.
Cose che non ci credi quando te le raccontano.
Eppure è la, che nega di aver mangiato qualunque cosa, e le altre due che fingono di credergli.
Lucinda mette su Limonare dei Crookers.
Claudio si riprende per un attimo:
-Togliete questammerdaaaaa!-
Si alza e sfascia il computer a calci.
-Testa di merda! Che cazzo fai?Scherzavo!-
-Non capite!? Non capite l'insulto continuo al nostro cervello!!! L'insulto cazzo, l' insultoooo! Stupide rincoglionite da due soldi AHHHHHH-
Lo guardano avvilite, senza dire nulla per non farlo rimanere più sotto di quello che è.
Le due lo butterebbero fuori di casa se non fosse casa sua.
Casa sua così come il computer.
Ambra, che è principalmente una bella figa, mette sui fornelli dell' acqua.
-Ti scoccierà domani del computer, coglione-
Una volta pronta la camomilla esce Renzo dal cesso, nessuno si era ricordato della sua esistenza.
Nessuno lo conosce manco bene a dire il vero.
Sarà stato nel cesso almeno quattro ore.
-E tu? Dove cazzo eri finito?-
-Nel cesso...-
-La vuoi una tazza di camomilla?-
-No, grazie... telo... grazie dell'ospitalità, ci sentiamo!-
Esce un pò malmesso.
Lucinda prende la sua tazza e beve a piccoli sorsi, guardando i pesci morti, nell'acquario, che galleggiano tra la melma.
-Dì un pò Cla, ma stammerda la vuoi tenere ancora per molto? Guarda che se vuoi un giorno io e la Cami gli diamo una pulita...-
-No, no... farò io... farò io...-
SI siedono sul tappeto e mettono alla stereo una canzone di percussioni e suoni stroboscopici a 20bpm, guardandosi nelle palle degli occhi, i sorrisi lievi e pacati. Roba che non credi se te lo raccontano.
-Ci vorrebbe un caminetto qui, ragazze... sarebbe tutta un altra atmosfera-
Dice, un pò ripreso dopo lo scatto isterico di prima.
-Hai ragione, ma anche così è confortevole-
Sono circa le tre quando anche gli occhi di Claudio si chiudono.
Lui comincia a sognare, nel sogno di accorge di stare sognando, per questo decide di fare le cose che più gli piacciono.
Forse è un pò intontito, ma non ha il sogno nero di Ambra o le paturnie di Lucinda.
Sogna come se fosse vivo, perchè in fondo lo è, in fondo a tutto questo, in fondo al sonno, alle giornate, in fondo all'arredamento di casa sua, ai problemi e le malattie. Non solo in fondo a tutto questo, ma in tutto questo.
Ed è il motivo per cui la sua botta trascendentale non potrà mai più calare, vive ogni attimo come tale, osservandone la sacralità e il pathos con troppa consapevolezza. Come se l'eternità fosse già qui. Perchè in fondo lo è.