giovedì 29 aprile 2010

Vacanze Alternative

Evvai, cazzo!
Era ora... Quei fottuti esami sembravano non dover più finire. Sociologia poi è stato particolarmente pesante, ci ho sbattuto la faccia per più di un mese. Dio Cristo se te li fanno sudare, 9 ridicoli crediti...
Vabbè, non me ne sbatte più nulla. Ora è passato. Ora è vacanza!
Quest'estate l'organizzazione delle ferie è stata particolarmente confusa: duemila ipotesi diverse. Duemila ipotesi sfumate per questo o quel motivo. Sud America? Troppo caro il viaggio. Europa? Cazzo, preferirei spararmi ad un testicolo piuttosto che passare un altra settimana in una città afosa, circondato da turisti e amenità varie. Australia? Vedi Sud America... Oriente? Idem... Bah, vita grama...
Alla fine, con l'aiuto del mio agente di viaggi marocchino, la svolta l'ho trovata lo stesso. E in culo a tutto!
Eccomi a casa, in partenza. E' quasi tutto pronto. Manca solo lo zaino da preparare.
Lo farcisco con un maglione(non si sa mai...nemmeno d'estate...), un paio di jeans,una cintura e un sacco a pelo. Poi merendine e scatolette di robaccia chimica da scaldare sul fornelletto a gas da campeggio. Un paio di cucchiai, una forchetta, un coltello...
Bella. Sono pronto!
Scorro un ultima occhiata alla casa, meditando se ho dimenticato nulla... Aggrotto la fronte, mormorando tra me e me un "chissenefotte".
Esco di casa e mi chiudo la porta alle spalle. Doppia mandata. Non si sa mai...
Scendo le scale del mio condominio. Proseguo giù per le viscere di quest'enorme costruzione lego in cemento, fino al garage.
Ecco il mio box. Apro la saracinesca ed entro nella mia auto.
Posiziono lo zaino sul sedile del passeggero, accanto a me. Accendo la radio. Le note di una vecchia canzone dei Velvet riempiono l'abitacolo.
Sono pronto per partire!
Dalla tasca dei jeans estraggo la bustina con il biglietto, "gentilmente" procuratomi dal marocchino. Dovrebbe bastare per una settimana.
Apro lo zaino, prendo la cintura e me la fisso sull'avambraccio. Poi prendo il cucchiaio. Dal portaoggetti nello sportello tiro fuori il kit di prontosoccorso, per l'accasione svuotato da garze, bende e stronzate varie, e farcito di siringhe sterili da insulina. Mi piazzo il fornelletto da campeggio sulle ginocchia. Rovescio il necessaire nel cucchiaio e inizio a scaldarlo sulla piccola fiamma.
Cotone. Ago. Piccoli colpetti sulla vena. Ah.
Il flash mi coglie come la partenza di uno shuttle, dal petto fino ad ogni terminazione del mio corpo, fino ai piedi, fino al cervello.
Rivolto gli occhi, e respiro in un rantolo.
Guardo davanti a me, oltre il parabrezza.
Partito! A tra una settimana, mondo...

J'n'B