venerdì 16 aprile 2010

Il bar è vuoto.
Il barista si gira come se qualcuno gli toccasse la spalla.
Non ce la faccio più, gli viene da pensare.
Come una primordiale insoddisfazione lo riempie.
Si sente così pieno e allo stesso tempo così vuoto...
La roba che è sedimentata sul fondo della sua coscienza è l'unico appiglio, anche se ha bisogno di un riammodernamento.
Un punto da cui ripartire, ma prima c'è da spalare tutta la merda che ti ritrovi a dover mandare giù.
La sera ad una festa possiamo vederlo in un angolo che ciarla sbronzo.
A casa sua fino al mattino presto, che beve e fuma trombe dopo trombe, non c'è nessuna svolta. Ore simili a qualunque ora.
Bisogna prendere a spalare... spalare... spalare, poi canna? No, canna, poi spalare...
Cazzo, cazzo ... cazzo...