lunedì 12 aprile 2010

Vorrei una canula, di quelle da ospedale, piena di zucchero di canna.
Anzi, piena di canna e basta. Per addolcirmi dall'interno e struggermi in una glassa mortale.
Fortuna che certe cose non si possono fare. Evito quindi l'oblio e continuo a parlare col dott. Pepper.
-SIsi... la questione mi sembra interessante... ma questo caffè? Lo fate importare appositamente per voi dall' Italia?-
-Cerco diocristo, cosa credi, di trovarne simile la fuori?-
-Sei proprio unammerda d'uomo, da quando ti conosco, però devo ammettere che a queste essenzialità tu ci badi sempre.
Hai migliorato la mia permanenza qui, amico- Ed è un amico sul serio.
-Era logico, spero tu non abbia iniziato a sottovalutarmi... coglione-
-Ma figurati, il buon vecchio Giovanni "pepper" 'Sto cazzo, come potrei...-
Intanto sta rincoglionita che mi porto dietro continua a mostrare inutile iperattività.
Prendo una palletta marrone e la avvolgo in una cartina.
-Toh, mangia- e a bassa voce -Troia-
Le voglio bene eh, ma mi costa un occhio della testa.
Dottor pepper fa quasi lo sconvolto perchè le do di troia e lei manco sente, lui che proprio dovrebbe starsene zitto, che le frequenta a pago. Se potesse le userebbe come oggetti per appoggiarci sopra i drink mentre guarda il campionato, e non è detto non lo faccia.
-Insomma, sono d'accordo sul progetto, ma penso che ci vorrebbe più brio, cazzo, più verve, siamo ancora giovani! Diomerda!-
Sono euforico, così come il vecchio Pepper.
Incredibile che in questo posto siano in grado di servire cocktails così buoni a qualunque ora.
Chiaramente Pepper è un mezzo pappone, qua c'ha costruito il suo impero, con due lire.
-Sent'un pò, ma la senti ancora la vecchia compagnia del pruneto? Cercte fiche la in mezzo...-
Mi vengono alla mente i tempi passati.
-Guarda, è una certa che non frequento la zona, però Carla è morta, come, è brutto da dire, ma c'era da aspettarsi.-
Pepper si fa serio, sotto i suoi occhiali fumè.
Quasi sembra che gli sia morta davanti in questo momento.
-Poraccia...-
Poi si ricompone in un attimo e usciamo in terrazza, indosso al volo i miei occhiali ultima tendenza, e rido mettendo in mostra qualche dente marcio. Dio, che vita qui.