venerdì 21 agosto 2009

un viaggio come un altro

Sali sul treno tutto fatto, lo 0.6 personal te lo sei fumato nei primi 5 minuti del quarto d'ora che ti restava per fare il biglietto e prendere il treno, sei salito e ti senti come ad aver vinto la lotteria, una volta seduto si assesta anche la botta, tieni gli occhiali da sole per altri due minuti, poi ti rendi conto che non vedi un cazzo e li togli.
La vecchina davanti a te ti guarda un pò storto, all'incirca lo stesso modo in cui guarda lo schermo della biglietteria self service nei venti minuti che impiega per fare il biglietto, tu le sorridi ma non troppo.
Il tizio incravattato accanto a te è piegato su un portatile da mezzo pollice e ha alzato giusto la testa quando sei entrato nello scompartimento.
Entra una mezza fica un pò trasandata, la circonferenza delle sue cosce è inversamente proporzionale alla sua chiavabilità e per quanto fuori di poco, non è comunque appetibile, apparte per un tizio con la faccia da sbirro che gli si siede accanto al volo vedendola dal corridoio.
Troppa gente, troppo caldo, ti senti stretto, poi il treno parte e ti perdi nei rumori che genera.
Fortunatamente il posto al finestrino offre anche una scappatoia visiva.
Dopo qualche fermata il tizio incravattato scende, tu inizi invece un giro di telefonate per riuscire a trovare qualcuno che ti dia uno strappo dalla stazione a casa, la vecchia capisce che sei umano anche tu, nonostante il volto un pò risentito dalla notte prima.
Il tizio con la faccia da sbirro è effettivamente uno sbirro e da una decina di minuti si fa grosso con la tipa trasandata inchiavabile parlando di come ferma figli di papà di 18 anni sulla mini con le paste in tasca e gli fa il culo, poi inizia la filippica su come i valori dei giovani siano andati a puttane e su quanto facciano male le pasticche/pericolosità del fare lo sbirro che tratta coi drogati, perchè i drogati sono proprio persone imprevedibili; tu hai tirato fuori un paio di libri, uno di xeligrafie e l'ultima traduzione in italiano di hunter thompson, metti da un lato del sedile un saggio di grafica che volevi tanto leggere e quel fottuto libro per preparare l'ennesimo esame tecnico scientifico di cui non t'importa una sega ma va fatto anche quello.
Nello scompartimento sono tutti grondanti di sudore per la temperatura.
Come al solito ti rendi conto che potevi selezionarli prima i libri, che tanto tutti non li leggi, già è tanto se ne leggi uno, ma vabè.
Dopo una ventina di minuti passa il controllore "bilietti" "click" "grazie" e fa per andarsene quando la vecchia lamenta che non funziona l'aria condizionata, tu non dici nulla, perchè il primo impulso coi funzionari di trenitalia è sempre pessimo, poi fai le figure di merda e gli bestemmi a due centimetri dal volto come l'ultima volta... meglio di no.
Il bigliettaio assicura che si occuperà della cosa, poi la vecchia ti attacca bottone e ti mostri pacato nell'aver accettato l'inefficenza generale delle ferrovie italiane, poi iniziate a scambiarvi le generalità, e pensa un pò che lei da giovane lavorava a Milano e scendeva tutti i fine settimana a Bologna per provare con il suo complesso jazz.
jazz!Pensa un pò..
La vecchia poi saluta e scende a Bologna, anche lo sbirro logorroico fa lo stesso, un marocchino con la maglia nera e argento invece entra e si siede nello scompartimento, posto lato corridoio.
Vai in bagno e fumi una sigaretta, poi rientri e la tipa sfatta ti dice che hai dei bei capelli e si rivela estetista consigliando prodotti per i capelli e la cute, tu fingi di ascoltare mentre pensi che come si trucca proprio non ti piace.
Alla fermata dopo il treno si riempie di gente, la temperatura sfiorerà ormai i 40°, tiri fuori il libro di xeligrafie e inizi a guardare le figure.