martedì 12 gennaio 2010

Staaassss non ci poteva credere, pensò che avrebbe avuto uno scompenso neuronale, eppure non era in preda a emozioni forti, semplicemente, come ogni notte, non riusciva a dormire.
Il fatto di non dormire era slegato dalla questione, era routine ormai.Prima dalle tre o quattro di notte restava sveglio, sempre.
Sarà il periodo, penso, poi come al solito si mise a immaginare cose di ogni tipo, provò a concentrarsi sul respiro, ma nulla.
Si fece una sega e riprovò a dormire, ma niente, a quel punto inizio a sfogliare i vari libri della libreria, leggeva una pagina di quello, le note a margine dell'altro... poi prese il computer, aprì due siti, senza nemmeno guardarlo, fumò una sigaretta e tornò nel letto.
Pensava che in certi posti, in certe città, deve esserci un numero piuttosto basso di neuroni procapite e per vari motivi...
Si immaginò una visita da un medico specialista, dove in un solo intervento si ottengono benefici che solo annate a mangiare paste possono creare sul cervello.
Si addormentò verso le cinque di notte, i suoi sogni erano come al solito bislacchi.Sognò anche sta volta di rischiare di morire, ma di preoccuparsi di più della morte di qualcun altro, che rischiava di avvenire.
Si svegliò come al solito nel mezzo della notte e il sogno gli sembrò così realistico che controllò che alcune cose fossero rimaste tali per essere sicuro che non fosse avvenuto niente la sera prima.Poi si riaddormentò, sognò di essere nel paese dei proci, dove era realmente, anche nella vita reale, "dovrebbero fare una colletta per comperare un subbuffer decente per sti locali di merda... e sono anche belli... ma che musica di merda ascoltano sti qua?"
Qualche sera prima si trovò in compagnie spezzine a ridere della musica di un locale.Un locale come tutti gli altri, con la solita musica:"Eh, si vede che ai proci piace sta musica qua, e sono tutti proci"
I procioni invadevano le stanze dell'albergo e delle case, apparte casa sua, sterile.
Si svegliò senza sentire la sveglia, col solito ritardo.Pronto come ogni volta a tornare a dormire entro le cinque del pomeriggio, per risentire in nottata di quei maledetti problemi di insonnia.
"che vita di stenti..." e rise.