L'arginamento della droga.
L'arginamento della droga è una questione di elevata importanza socioculturale.
La propaganda politica ha fatto si che passasse l'idea del degrado e non quella di sperimentazione e cultura.
Grazie a questo modo di pensare, alcune persone di certi strati sociali bene vedono la droga come un elemento della popolazione più povera, che la usa per sfuggire dalle sofferenze.
Questo modo di pensare non solo scardina tutti i valori della cultura della droga(con tutti i suoi teorici e ricercatori), ma rende i pochi utilizzatori stessi spesso vittime di vuote assunzioni.
Purtroppo viviamo in un mondo dove la diffusione dell'ignoranza (effettuata a tutti i livelli sociali) è considerato un valore.
Troppa gente del nord Italia ad esempio giudica anche solo chi si fa le canne con un "fattone" senza futuro, la cosa che stupisce è che è gente simil-intelligente, giovane e forse di successo. Con la presunzione di poter parlare e giudicare gli altri riguardo a un tempo su cui sono completamente disinformati. Se certi pregiudizi guidati dall'ignoranza sono così diffusi, i casi sono due:
O la maggior parte delle popolazione di alcune zone è molto idiota e superficiale, o pur di entrare nei rigidi schemi della socialità organizzata la gente farebbe di tutto.
Delusione massima è stata sapere che una persona della mia stessa età che reputavo piuttosto sveglia, ha delle idea sbagliate a riguardo senza essersi mai fatta una cultura sull'argomento e non volendosela fare, giudicando basandosi sul sentito dire.
Questo mi è venuto immediatamente alla mente leggendo di Easterhouse a Glosgow, quartiere povero, e Dunchan Smith (politico britannico) che pur sbattendosi per la zona, fa strani collegamenti tra povertà e degrado.
Il tema della droga come parte integrante del degrado ormai è una costante.
In un paese come l'Italia, dove il degrado e la droga sono insiti nella politica in maniera così radicale, chi fa uso di sostanze come me non pensa di fare parte di una minoranza degradata della popolazione, ma mi rendo conto in effetti che c'è una parte benestante e borghese piuttosto ignorante di italiani che la pensa così, una parte che non si differenzia come si potrebbe pensare per l'età.
In effetti ci sono quartieri più o meno degradati ovunque, basti pensare ad esempio al degrado del mio quartiere a Firenze e ai danni che può provocare l'eccessiva frequentazione di certi ambienti. Il punto della questione è la deculturizzazione di massa, perchè le droghe in fin dei conti girano ovunque, il vero problema sono le persone che pensano che la droga sia legato alla cultura del consumo, e non alla cultura della droga. Queste sono le persone che condannano la sostanza, usandola o meno.
Viene da chiedersi come mai il tema droga sia quello che più mi preme trattare. Evidentemente perchè non accetto il fatto di essere considerato male solo perchè ritengo importante la sperimentazione di altri stati di coscienza, e non riesco a credere a un ignoranza di massa così diffusa.
P.s. Quando parlo di cultura della droga, intendo tutta la scienza, la filosofia, la letteratura, l'arte e i il mondo appunto culturale legato ad esse, non la cultura dell'assunzione.
La propaganda politica ha fatto si che passasse l'idea del degrado e non quella di sperimentazione e cultura.
Grazie a questo modo di pensare, alcune persone di certi strati sociali bene vedono la droga come un elemento della popolazione più povera, che la usa per sfuggire dalle sofferenze.
Questo modo di pensare non solo scardina tutti i valori della cultura della droga(con tutti i suoi teorici e ricercatori), ma rende i pochi utilizzatori stessi spesso vittime di vuote assunzioni.
Purtroppo viviamo in un mondo dove la diffusione dell'ignoranza (effettuata a tutti i livelli sociali) è considerato un valore.
Troppa gente del nord Italia ad esempio giudica anche solo chi si fa le canne con un "fattone" senza futuro, la cosa che stupisce è che è gente simil-intelligente, giovane e forse di successo. Con la presunzione di poter parlare e giudicare gli altri riguardo a un tempo su cui sono completamente disinformati. Se certi pregiudizi guidati dall'ignoranza sono così diffusi, i casi sono due:
O la maggior parte delle popolazione di alcune zone è molto idiota e superficiale, o pur di entrare nei rigidi schemi della socialità organizzata la gente farebbe di tutto.
Delusione massima è stata sapere che una persona della mia stessa età che reputavo piuttosto sveglia, ha delle idea sbagliate a riguardo senza essersi mai fatta una cultura sull'argomento e non volendosela fare, giudicando basandosi sul sentito dire.
Questo mi è venuto immediatamente alla mente leggendo di Easterhouse a Glosgow, quartiere povero, e Dunchan Smith (politico britannico) che pur sbattendosi per la zona, fa strani collegamenti tra povertà e degrado.
Il tema della droga come parte integrante del degrado ormai è una costante.
In un paese come l'Italia, dove il degrado e la droga sono insiti nella politica in maniera così radicale, chi fa uso di sostanze come me non pensa di fare parte di una minoranza degradata della popolazione, ma mi rendo conto in effetti che c'è una parte benestante e borghese piuttosto ignorante di italiani che la pensa così, una parte che non si differenzia come si potrebbe pensare per l'età.
In effetti ci sono quartieri più o meno degradati ovunque, basti pensare ad esempio al degrado del mio quartiere a Firenze e ai danni che può provocare l'eccessiva frequentazione di certi ambienti. Il punto della questione è la deculturizzazione di massa, perchè le droghe in fin dei conti girano ovunque, il vero problema sono le persone che pensano che la droga sia legato alla cultura del consumo, e non alla cultura della droga. Queste sono le persone che condannano la sostanza, usandola o meno.
Viene da chiedersi come mai il tema droga sia quello che più mi preme trattare. Evidentemente perchè non accetto il fatto di essere considerato male solo perchè ritengo importante la sperimentazione di altri stati di coscienza, e non riesco a credere a un ignoranza di massa così diffusa.
P.s. Quando parlo di cultura della droga, intendo tutta la scienza, la filosofia, la letteratura, l'arte e i il mondo appunto culturale legato ad esse, non la cultura dell'assunzione.
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